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Nozze per tutti, la Germania ha detto «Ja»

Nozze per tutti, la Germania ha detto «Ja»La festa a Berlino – LaPresse

Il passo storico Merito dell’accordo Spd-Verdi-Linke e della libertà di coscienza concessa da Merkel. Martin Schulz festeggia, ma i falchi della Cdu minacciano ricorso al tribunale di Karlsruhe

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 1 luglio 2017

La Germania approva il «matrimonio per tutti». Con 393 voti a favore, 226 contrari e 4 astenuti ieri il Bundestag ha varato la legge che garantisce pari diritti a omo ed eterosessuali.

DECISIONE EPOCALE dopo 40 minuti di dibattito: merito della proposta di Spd, Linke e Verdi ma anche frutto della libertà di coscienza concessa dalla cancelliera Angela Merkel ai deputati Cdu. Tuttavia, nonostante la «propaganda», Mutti si è espressa con un «nein» inequivocabile: «Credo nel matrimonio come unione tra uomo e donna».

 

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Con lei tutta l’Union cristiano-democratica a eccezione di 75 parlamentari che hanno votato a favore del provvedimento, tra cui la ministra della difesa, il capo della cancelleria, e l’ex responsabile del dicastero della famiglia.

«Una giornata storica» scandisce Dietmar Bartsch, capogruppo della Linke al Bundestag tra i cofirmatari della norma insieme a Katrin Göring-Eckardt dei Grünen che ricorda «l’impegno costante dell’ex deputato gay Volker Beck» mentre l’Spd celebra la prima «vittoria» del leader Martin Schulz, candidato-cancelliere alle elezioni federali del 24 settembre.

Alla fine, la tattica dell’ex presidente dell’Europarlamento si è trasformata in una strategia vincente: ha spaccato i democristiani minacciando ben più della crisi di governo («Non farò mai alleanze con chi è contro il matrimonio per tutti» aveva giurato domenica dal palco del congresso straordinario Spd a Dortmund) e mettendo alle strette Merkel, obbligata a una più o meno convinta conversione.

SENZA LA NON-OSTILITÀ della cancelliera, comunque, la nuova legge non avrebbe superato il vaglio del Parlamento: la somma dei voti di socialdemocratici, sinistra ed ecologisti coincide con i 320 seggi occupati al Bundestag. Da qui la fondamentale «disobbedienza» di circa un quarto dei 309 deputati dell’Union cristiano-democratica che hanno seguito la propria coscienza ma non solo.

IN QUESTA CORNICE la Germania festeggia il voto che cambia anima e corpo della Bundesrepublik tre mesi prima delle elezioni federali. Dopo l’approvazione una pioggia di coriandoli in alluminio è calata sui banchi del governo, pur senza spegnere il mal di pancia dei democristiani ortodossi, pronti a ricorrere alla Corte suprema di Karlsruhe per far naufragare la legge appena approvata.

«Rimangono forti dubbi sulla costituzionalità del provvedimento» avverte il capogruppo Cdu Volker Kauder. Perplessità respinte al mittente dal leader parlamentare Spd Thomas Oppemann che ricorda: «La Legge fondamentale tedesca (equivalente della Costituzione, ndr) garantisce che tutti possono vivere in Germania come meglio ritengono opportuno. Non c’è alcun margine giuridico per appellarsi al tribunale di Karlsruhe».

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Parole tonde indirizzate soprattutto ai big dell’Union contrari all’equiparazione dei diritti con gli omosessuali. Gruppo nutrito e assai influente: spazia dal ministro delle finanze Wolfgang Schäuble al titolare dei trasporti Alexander Dobrindt, «falco» della Csu. Mentre la ministra della difesa Ursula von der Leyen, il numero uno della cancelleria Peter Altmeier (cattolico), il segretario generale Cdu Peter Tauber e l’ex ministra della famiglia Kristina Schröder si sono schierati ufficialmente per il «matrimonio per tutti».

IN CAMPO CONSERVATORE, certamente, ha pesato il sondaggio dell’Ufficio anti-discriminazioni tedesco (Fada) che mercoledì ha certificato il placet alla legge dell’84% degli elettori democristiani. Analisi e dato squadernati sul tavolo della cancelliera Merkel, disposta alla storica svolta anche e soprattutto per questo motivo. Una mossa anticipata lunedì al teatro Gorki di Berlino durante il talk-show promosso dal magazine Brigitte, con l’obiettivo di azzoppare politicamente il «cavallo di battaglia» di Schulz.

Piano non pienamente riuscito: consente a Merkel di disinnescare un dibattito a lei rischioso facendo avanzare la Germania sul fronte dei diritti senza perdere la «faccia» di fronte agli elettori. Ma la cancelliera è costretta a incassare la rottura del fronte della Grande coalizione e il clamoroso punto segnato dall’alleanza rosso-rosso-verde, compattata dalla nuova legge.

«MI AUGURO che questo voto promuova il rispetto delle differenze ma anche la coesione sociale» è l’auspicio di Merkel sempre e comunque in versione ecumenica. Il «matrimonio per tutti» segue di 16 anni l’istituzione delle unioni civili: il disegno di legge era congelato nella commissione affari giuridici da settembre 2015 finché l’accordo Spd-Verdi-Linke ha consentito di calendarizzare il provvedimento nella seduta di ieri, ultima data utile prima della pausa estiva del Bundestag. E ultima «finestra» prima dell’imminente G20 di Amburgo destinato – nel bene e nel male – a occupare quasi tutto lo spazio mediatico tedesco.

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