Prima ha detto che non avrebbe parlato del caso Toti, poi ha sparato una bordata contro i giudici di Genova. Un grande classico per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che in quasi due anni di governo ci ha abituati a queste giravolte di senso e di significato.

«Non posso e non devo commentare l’ordinanza del tribunale delle libertà di Genova in questo caso. Siamo convinti che nessuna inchiesta può e deve condizionare la legittimità di una carica politica o amministrativa che è stata determinata dalla volontà popolare. Vi è un’assoluta indipendenza tra i due processi. Per quanto riguarda l’iniziativa del Csm, questo ha imposto al ministero il dovere di acquisire l’ordinanza del tribunale e quindi la conosciamo e l’abbiamo, non la posso né criticare, né commentare. Posso dire che l’ho letta con grande attenzione e che di recente ho anche riletto con grande attenzione la fenomenologia dello spirito di Hegel e sono riuscito a capirla. Ho letto quest’ordinanza e non ho capito nulla», ha detto il ministro durante il question time di ieri pomeriggio alla Camera.

«Siamo esterrefatte non solo dall’iniziativa assunta da un gruppo politico che chiede al ministro Nordio di intervenire su un’indagine ancora un corso, ma anche dal fatto che ancora una volta il ministro nordio confonde l’aula del parlamento con il palco di una delle feste di partito della destra, attaccando frontalmente la magistratura e denigrandone l’operato, entrando per giunta nel merito di una indagine ancora in corso e che vede coinvolti esponenti politici della maggioranza – così hanno replicato le deputate del Pd Debora Serracchiani e Valentina Ghio -. Da chi dichiara di voler rispettare e difendere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e quindi di non voler commentare provvedimenti, ci aspetteremmo maggior senso delle istituzioni. Se poi il ministro non capisce le ordinanze, nomini un commissario straordinario che gliele spieghi». Così le deputate democratiche Debora Serracchiani e Valentina Ghio, rispettivamente responsabile nazionale giustizia del Pd e vicepresidente del gruppo Dem alla Camera.

Intanto persino il Garante nazionale dei diritti dei detenuti, Felice Maurizio D’Ettore, ex deputato di FdI, ha ammesso, nella memoria inviata alla commissione Giustizia del Senato dove è iniziato l’iter di conversione in legge, che il decreto governativo: «Il provvedimento esaminato sembra esibire una certa contraddittorietà tra il presupposto dell’urgenza e l’adozione di disposizioni la cui efficacia viene rinviata nel tempo». Nulla di strano per il ministro Nordio che ieri, durante il question time alla Camera, ha ribadito che il problema del sovraffollamento verrà risolto con un «commissario straordinario all’edilizia».