Nord Stream si ferma. In arrivo misure soft sul risparmio in casa
Bolletta bollente In attesa delle mosse Ue il nuovo stop al gas da Mosca non provoca scossoni. Dal governo indicazioni sui riscaldamenti domestici
Bolletta bollente In attesa delle mosse Ue il nuovo stop al gas da Mosca non provoca scossoni. Dal governo indicazioni sui riscaldamenti domestici
Il gasdotto è chiuso, come annunciato: North Stream non funzionerà per tre giorni. «Esigenze di manutenzione», ripete Mosca aggiungendo che la colpa è tutta delle sanzioni. Eppure, nonostante la sospensione delle erogazioni, il prezzo del gas continua a calare: ieri è andato sotto i 240 euro al megawattora, sia pure per un pelo. È l’effetto annuncio, prevedibile dal momento che quella di Amsterdam è a una borsa e si sa quanto annunci e previsioni pesino sulle borse.
LA PARTITA VERA, PERÒ, è ancora tutta da giocare e la decisione sconterà di certo le divisioni latenti. L’esempio della discussione di ieri nella riunione informale dei ministri degli Esteri è eloquente: sul tavolo c’era la sospensione dei visti per i turisti russi in Europa. I Paesi baltici e la Polonia reclamavano il blocco totale. Un robusto fronte guidato da Germania e Francia si è opposto, con l’Italia nel mezzo. Ora starà alla Commissione vagliare le linee guida prima della scelta, anche se i baltici minacciano di fare da soli subito. È uno scenario che potrebbe ripetersi sui tavoli ben più nevralgici, delicati e divisivi, perché divisi sono gli interessi materiali, del Price Cap sul gas e del disaccoppiamento tra prezzo dell’energia e prezzo del gas.
È una partita che si giocherà la settimana prossima e il governo italiano ne attenderà probabilmente gli esiti prima di procedere con il nuovo decreto Aiuti, che al momento resta in alto mare. Ieri è stato prorogato, con un decreto interministeriale, il taglio delle accise sulla benzina di 30 centesimi al litro ma solo per 15 giorni, fino al 5 ottobre. Restano in ballo le misure più significative: il prolungamento e l’innalzamento del credito d’imposta e la cassa integrazione agevolata per le aziende messe in crisi dal costo del gas e delle materie prime. Servono tra i 15 e il 20 miliardi. Al momento ce ne sono tra gli 8 e i 10 e secondo le stime più pessimiste non più di 7. In questa condizione le prese di posizione dei partiti, da Enrico Letta che spera «in un intervento già nelle prossime» ore al Carlo Calenda pronto ad accogliere l’invito di Giorgia Meloni a riunire le camere lunedì prossimo e chissà per fare cosa, non vanno oltre la pura propaganda.
LA SPERANZA È CHE l’auspicato intervento europeo faccia il miracolo. Ma è una speranza che va a braccetto con la paura che Gazprom chiuda del tutto i rubinetti portando a una impennata senza precedenti dei prezzi. Gazprom si trova in posizione di forza: le esportazioni erano diminuite sino al luglio scorso ma in misura incomparabilmente inferiore al previsto, con due terzi delle esportazioni perse in Europa compensate da quelle di altri Paesi, come Cina e India. In agosto, poi, la produzione è aumentata per la prima volta in sette mesi.
MA L’ITALIA PER ORA si prepara ad affrontare la necessità del risparmio energetico con misure molto meno rigide rispetto a quelle adottate da molti altri Paesi europei. Nei prossimi giorni il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani firmerà il decreto che impone ai riscaldamenti domestici centralizzati di non superare i 19 gradi, uno in meno dell’anno scorso, e di restare accesi un’ora in meno. Per le imprese, invece, sarà introdotta la «interrompibilità volontaria», cioè la facoltà da parte delle aziende di rinunciare per alcuni giorni al mese a un certo quantitativo di metri cubi di gas, sacrificando una parte della produzione ma risparmiando in compenso sulla bolletta.
PER ORA LE MISURE di razionamento si limitano a questo, con aggiunta una campagna di sensibilizzazione sulla necessità del risparmio e sul come realizzarlo. Se basterà o se sarà invece necessario passare a un vero razionamento lo dirà la battaglia sui prezzi che inizierà la prossima settimana.
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