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Non sopra i bambini: 559 milioni nel mondo esposti al super-caldo

Non sopra i bambini: 559 milioni nel mondo esposti al super-caldoSiccità in Kenya, due bambine trascinano dei contenitori d'acqua verso il villaggio di Lomoputh – foto Ap

Clima Secondo le stime dell'Unicef, entro il 2050 tutti i 2,2 miliardi di minori del pianeta saranno spesso esposti al calore

Pubblicato più di un anno faEdizione del 21 luglio 2023

Secondo le stime dell’Unicef, 559 milioni di bambini sono esposti a un’alta frequenza di ondate di calore e in Italia questa situazione riguarda oltre sei milioni di minorenni. Per loro il fenomeno è particolarmente pericoloso perché hanno una minore capacità di regolare la loro temperatura corporea rispetto agli adulti, con maggiori probabilità di avere problemi di salute, comprese malattie respiratorie croniche, asma e malattie cardiovascolari o neurologiche, spiega il portale dell’Istituto superiore di sanità.

«L’Italia si trova nella cosiddetta zona hotspot del Mediterraneo» spiegava ieri Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. Siamo «cioè tra le aree che si riscaldano più rapidamente rispetto all’aumento della media globale». Per questo, Unicef può stimare che nel nostro Paese i minorenni esposti a un’alta frequenza di ondate di calore nel 2050 saranno tra 8,7 e 9,7 milioni, a seconda dello scenario di emissioni. «Sono dati preoccupanti, sui cui non dobbiamo abbassare la guardia», sostiene Iacomini.

In ogni caso, l’Unicef stima che entro il 2050 tutti i 2,02 miliardi di bambini nel mondo saranno esposti a un’alta frequenza di ondate di calore, indipendentemente dagli effetti della lotta alle emissioni globali. Già adesso, un bambino su 3 vive in Paesi che affrontano temperature estremamente elevate e circa uno su 4 è esposto a un’alta frequenza di ondate di calore.

All’Italia, che con ritardo si sta dotando di un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, l’Unicef chiede di intervenire in sei settori cruciali per l’infanzia: acqua, strutture sanitarie e igiene, salute, nutrizione, istruzione, politiche sociali e protezione dell’infanzia. Forse è fantascienza, come l’idea di consultare i bambini e i giovani in fase di stesura, realizzazione e valutazione delle politiche climatiche. Lo avevano chiesto gli attivisti coinvolti due anni fa nell’appuntamento voluto dal governo italiano a margine della Cop26 di Glasgow, Youth4Climate. Il sito però è fermo al 2022.

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