“Siamo di nuovo davanti ad una morte sul lavoro, a pochi giorni dalla strage plurima di via Mariti. Oltre alla dinamica, non ci è ancora nota la tipologia di contratto applicata al lavoratore, se metalmeccanico o altro, e se fosse dipendente diretto dell’azienda o esterno”. Fiom e Uilm provinciali vogliono vederci chiaro, vogliono capire come è morto l’operaio pakistano Qureshi Muhammad Zahid e che tipo di contratto aveva. Perché, dopo la strage operaia del 16 febbraio scorso nel cantiere Esselunga, ogni infortunio sia mortale che non deve essere “ricostruito” fin nei minimi particolari.
Questa mattina alle 11 ci sarà un presidio unitario dei sindacati confederali della Valdisieve, davanti ai cancelli della ditta di recupero di materiale ferroso dove l’operaio lavorava, nella frazione delle Sieci a pochi chilometri dal capoluogo. Lì Zahid, che abitava poco distante, stava operando giovedì con un “ragno”, un mezzo cabinato con una pinza esterna per il sollevamento del materiale ferroso. Per cause che ora sono al vaglio degli investigatori a un certo punto il macchinario si è ribaltato su un fianco, schiacciando il torace dell’operaio. Zahid è stato portato in codice rosso all’ospedale di Careggi e operato d’urgenza, ma non ce l’ha fatta e la scorsa notte è morto.
Non è stato l’ultimo incidente sul lavoro in Toscana, perchè nel pomeriggio di ieri un altro operaio di 33 anni è rimasto ferito gravemente in una ditta di Cerreto Guidi, nell’empolese valdelsa. Il giovane è stato schiacciato da una pressa, con forti traumi all’addome e a un braccio, ed ora è ricoverato con riserva di prognosi all’ospedale San Giuseppe di Empoli. Anche in questo caso sono già in azione gli investigatori e gli uomini del Servizio prevenzione e igiene sui luoghi di lavoro dell’Asl Toscana Centro, per gli accertamenti e la ricostruzione della dinamica dell’infortunio.
Di fronte al continuo stillicidio di incidenti anche mortali, Fiom e Uilm fiorentine denunciano a chiare lettere “per l’ennesima volta il silenzio assordante del governo e delle associazioni datoriali”, facendo appello alle confederazioni perché l’11 aprile, giornata di sciopero nazionale di quattro ore indetto da Cgil e Uil in tutti i settori privati, ci siano iniziative e manifestazioni territoriali in ogni luogo a sostegno della sicurezza sul lavoro.
Una sicurezza che continua a mancare, a riprova giovedì un ragazzo di 22 anni è rimasto gravemente ferito per lo scoppio di un serbatoio nell’officina di una concessionaria auto di Liscate, nel milanese. Il giovane è stato ricoverato in codice rosso, con ustioni di secondo grado al volto, al San Raffaele. Ancora peggio è andata mercoledì a un operaio edile di 51 anni, morto nel cantiere della scuola Collodi a Fidenza nel parmigiano, e a un suo collega di 52 anni travolto e ucciso nelle operazioni di carico/scarico infissi da un camioncino con una gru. In questo caso l’ncidente mortale è avvenuto a Orzivecchi nel brasciano, nel cantiere della ditta Aurora Costruzioni impegnata nella ristrutturazione di una casa di riposo.
Ultima ma non per ultima la vittima di ben 78 anni, titolare di una ditta impegnata in un cantiere di Rimini, ucciso mertedì da un’asse di legno precipitata nel vuoto mentre veniva issata al terzo piano di un hotel in ristrutturazione. Nelle pieghe dell’incidente gli investigatori sono riusciti a rintracciare solo dopo 24 ore un testimone oculare fuggito dopo la tragedia, un uomo di 80 anni.