«Non è vero che il Corridoio Filadelfia è indispensabile»
Tutti ostaggi Ex ministri e generali contro l'ostruzionismo del premier
Tutti ostaggi Ex ministri e generali contro l'ostruzionismo del premier
Il premier israeliano intende far saltare il tavolo delle trattative e non firmerà nessuna tregua. Dall’università del Qatar a quella della California sono sempre di più gli analisti ormai convinti che la nuova ostinazione di Netanyahu per il cosiddetto «Corridoio Filadelfia», la linea di confine tra Gaza e l’Egitto, sia solo un pretesto. Ministri, ex generali e membri del gabinetto di guerra stanno smentendo il primo ministro pubblicamente, sia sul piano teorico sia su quello pratico. Ma Netanyahu ha detto che non si farà «scoraggiare dalla pressione» e che non farà alcun passo indietro. Anche per questo proseguono le proteste in Israele dove i manifestanti hanno tentato di entrare nella residenza del premier e poi hanno acceso fuochi in strada appellando Netanyahu «assassino». Decine gli arresti da parte delle forze dell’ordine. Intanto a Gazae per il terzo giorno consecutivo le forze israeliane hanno bombardato le strutture sanitarie mentre è in corso la campagna vaccinale anti-poliomielite dell’Oms.
INSOMMA, alla tragedia si è aggiunta la confusione. Ma in quest’indeterminatezza e con l’operazione in Cisgiordania che continua violentemente, Netanyahu e la destra estrema israeliana prosperano. Sembra addirittura che il leader sia risalito nei sondaggi dopo l’uccisione del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran e di uno dei comandanti di Hezbollah, Fuad Shakr, in Libano. I coloni si sentono protetti con lui al potere e ne approfittano per continuare i pogrom nei campi profughi e nei centri palestinesi in Cisgiordania. Ma non si pensi che Netanyahu li usi solamente. Nella sua apparizione in tv di lunedì, dove è corso a farsi vedere a poche ore dallo sciopero generale che ha paralizzato il Paese, il premier israeliano indicava con una bacchetta su una mappa digitale che il confine tra Rafah e l’Egitto è «il tubo d’ossigeno diHamas» e che i soldati israeliani non lo abbandoneranno. In quella stessa cartina la Cisgiordania non c’era, a est di Gerusalemme era tutto un unico territorio, così come con le Alture del Golan occupate dal Libano. Una Grande Israele dove Gaza è un trattino che si deve osservare con la lente d’ingrandimento per capire che si tratta di altro. «From the river to the sea», dal fiume Giordano al mar Mediterraneo, secondo Netanyahu in fondo è un motto valido, ma quando si tratta di Israele. Va da sé che con una premessa del genere persino il «fastidio» Usa per l’ostruzionismo di Israele durante le trattative in corso per una tregua a Gaza è scontato. Netanyahu ha un piano e per quel piano gli serve che la guerra continui il più possibile.
«NON È VERO che per la nostra sicurezza è fondamentale mantenere l’occupazione del Corridoio Filadelfia, se dovesse servire potremmo riprenderne il controllo in 8 ore al massimo» ha dichiarato Yoav Gallant, ministro della Difesa e membro del gabinetto di guerra. Dello stesso parere gli ex capi dell’esercito israeliano Benny Gantz e Gadi Eisenkot, ora leader del partito d’opposizione Unità nazionale, che ieri sono apparsi in tv per sostenere, in buona sostanza, che il premier sta mentendo e che l’accordo per gli ostaggi si deve finalizzare al più presto. Anche il leader dell’opposizione Lapid ha scritto su Twitter che quando «Israele ha evacuato il Corridoio di Filadelfia 19 anni fa, Netanyahu ha votato a favore. Poi è stato primo ministro per 15 anni e non gli è mai venuto in mente di riprenderne il controllo. Si è preoccupato di inviare le forze israeliane nel Corridoio solo 8 mesi dopo l’inizio dell’attuale guerra». Per firmare l’accordo Hamas chiede che la controparte si ritiri dalla Striscia ma tale posizione è inconciliabile con la nuova linea del governo israeliano.
OGGI a New York si terrà una riunione speciale del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere dei prigionieri israeliani detenuti da Hamas. Intanto, nella sola giornata di ieri almeno 25 persone sono state uccise a Gaza tra Khan Younis, Jabalia, Gaza city, l’ospedale Al-Aqsa e il college Numaa dove, secondo i portavoce israeliani, si nascondeva un «centro di comando di Hamas». L’esercito di Tel Aviv sostiene anche di aver trovato nuovi tunnel nella parte meridionale della Striscia e di aver ucciso Ahmed Fuzi Nasser Mohammed Wadia, un comandante di Hamas, vicino all’ospedale al-Ahli di Gaza City.
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