Lepri (Pd): «Non discriminiamo i gay, ma servono delle regole»
Stepchild adoption Parla il senatore cattolico del Pd Stefano Lepri
Stepchild adoption Parla il senatore cattolico del Pd Stefano Lepri
Tutele straordinarie del bambino, possibilità di adozione in caso di morte del genitore biologico e diritto a prendere decisioni che riguardano la salute del minore nei casi di emergenza. Sono alcuni dei punti contenuti nell’emendamento sull’«affido rafforzato» che verrà presentato al ddl Cirinnà sulle unioni civili da una trentina di senatori cattolici del Pd il prossimo 26 gennaio, quando il testo verrà discusso dall’aula del Senato. Emendamento che ha già riacceso la discussione all’interno del partito diviso sul mantenimento o meno della stepchild adoption, la possibilità di adottare in una coppia omosessuale il figlio biologico del partner. «L’idea è quella di dare al partner non genitore una funzione genitoriale», spiega il sentore Stefano Lepri, vicecapogruppo dem a palazzo Madama e tra i primi firmatari dell’emendamento.
Cosa prevede l’emendamento?
Si propone di assegnare al genitore affidatario poteri maggiori rispetto a quelli previsti dall’affidamento tradizionale. Come la possibilità di prendere decisioni nel caso di un intervento chirurgico di emergenza in assenza del genitore biologico. Inoltre in caso di separazione della coppia, l’affido di norma continua, nella previsione che possa trasformarsi in adozione una volta che il bambino abbia raggiunto la maggiore età. Ma è anche prevista, in caso di morte del genitore biologico, la possibilità da parte dell’affidatario di avanzare richiesta di diventare genitore adottivo in forza della continuità degli affetti.
Quanti senatori hanno firmato l’emendamento?
Almeno 27 senatori hanno già dichiarato la loro disponibilità a firmarlo, tutti del Pd.
L’affido però non offre garanzie al genitore affidatario, che un domani potrebbe vedersi togliere il bambino per decisione di un giudice o dei servizi sociali.
Questa è un’obiezione valida se si fa riferimento all’affido classico. Noi invece parliamo di casi particolari, esattamente come c’è un articolo 44 nella legge sulle adozioni che prevede situazioni particolari. Abbiamo quindi proposto che, nel momento in cui il giudice riconosce l’affidamento rafforzato, questo si prolunghi in automatico, senza la prevista scadenza dei due anni, fino al diciottesimo anno di età del minore. Salvo naturalmente casi particolari che possano mettere in allerta il giudice.
Si continua a parlare della stepchild adoption come un escamotage per legalizzare la gestazione per altri. Però nel ddl Cirinnà non si parla di questo e la Gpa in Italia è vietata dalla legge 40 e tale resterà, quindi perché insistete su questo argomento?
Intanto la gestazione per altri è una pratica che io considero in modo assolutamente negativo. Quasi sempre siamo di fronte alla mercificazione del corpo della donna spesso da parte di persone con una buona posizione economica.
Ripeto: in Italia è vietata.
Ma all’estero è consentita. E proprio perché noi abbiamo vietato questa pratica in Italia ci domandiamo perché mai dovrebbe diventare indirettamente legale nel momento in cui riconosciamo il partner non genitore come genitore legittimo.
E lo stesso rischio non si correrebbe anche l’affido rafforzato?.
Siamo consapevoli che il rischio resta e non si elimina, ma il tentativo di fare qualcosa in più in chiave normativa rispetto a questa pratica si può provare a fare.
Molti dei senatori contrari alla stepchild adoption sono renziani, lei stesso lo è. Ve la sentite di contrastare una legge sulla quale il premier ha messo la faccia difendendo anche la stepchild adoption?
Io sono un renziano della prima ora, e resto un suo convintissimo sostenitore. Ma Renzi ha detto anche altre cose: ha detto che il dibattito nel Pd è aperto, che ci sono opinioni legittimamente diverse e che il governo rispetterà la volontà del parlamento e non ci saranno indicazioni di voto su questo tema.
Il governo no, ma il Pd un’indicazione di voto la darà.
Questo lo vedremo, ma certamente questo è un tema su cui la libertà di coscienza deve esprimersi. Non voglio citare la Costituzione ma il regolamento del Pd prevede libertà di coscienza sulle questioni sensibili.
Il ddl Cirinnà non toglie alcun diritto alla famiglia tradizionale, perché vi preoccupa tanto?
Provengo da una cultura cattolica democratica che considero una delle fonti più ricche da cui la politica italiana ha attinto e continua ad attingere e che ha il suo peso anche dentro il Pd. Nessuno si è mai opposto alla volontà di regolare le unioni civili e nessuno ha mai detto, come hanno fatto il centrodestra o importanti esponenti della conferenza episcopale, che bastavano i diritti individuali. Abbiamo detto che occorre un nuovo istituto giuridico che regolamenti le unioni civili omosessuali. Il problema non è insidiare la famiglia né regolamentare il rapporto tra due persone, bensì la possibilità generativa che non è decisa dal legislatore ma dalla natura. E l’insidia è anche nel desiderio, che diventa pretesa, di avere dei figli in un modo particolare, con tratti di forzatura che vanno regolamentati.
Non le sembra di discriminare delle persone solo per il loro orientamento sessuale?
No, al contrario. Stiamo riconoscendo il fatto che le coppie omosessuali sono titolari di diritti. Il problema è comporre due esigenze: quella di chi vuole un figlio, e l’esigenza dei bambini, che comunque ci sono. Bisogna evitare di discriminare gli adulti, ma anche i minori. Per questo riteniamo che l’affido rafforzato possa essere un buon punto di mediazione.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento