«Il sentimento più forte che proviamo è il dolore delle madri», dice Roxana. Poi si ferma e si passa le dita sugli occhi lucidi. Vive da 20 anni in Italia ma in Ucraina, nelle città di Leopoli e Kiev, ha tutti i parenti. In mano stringe una foto con una colomba bianca e la bandiera ucraina. Dietro di lei un cartello con scritto «Stop war». Intorno il presidio convocato dall’Associazione cristiana degli ucraini. I colori della piazza sono quelli del vessillo nazionale: il blu del cielo e il giallo del grano. I manifestanti si stringono sul marciapiede davanti alla Biblioteca...