Politica

Cittadinanza, «niente fiducia, i numeri per approvare la legge ci sono»

La relatrice della legge Doris Lo Moro «Preferirei che non si arrivasse a porre la fiducia sulla riforma della cittadinanza. Al Senato ci sono i numeri per approvare la legge con una maggioranza che va al di […]

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 28 febbraio 2017

«Preferirei che non si arrivasse a porre la fiducia sulla riforma della cittadinanza. Al Senato ci sono i numeri per approvare la legge con una maggioranza che va al di là di quella che sostiene il governo». La senatrice Doris Lo Moro è la relatrice del disegno di legge sullo ius soli fermo da 15 mesi in Commissione Affari costituzionali, una riforma che se approvata consentirebbe a circa un milione di ragazzi figli di immigrati di diventare finalmente cittadini italiani. Insieme a reddito di cittadinanza e referendum sui voucher il provvedimento è tra quelli considerati prioritari dai Democratici e progressisti, la nuova formazione che oggi darà vita ai gruppi parlamentari in parlamento (Lo Moro è tra i possibili capogruppo a palazzo Madama), mentre nel pomeriggio migliaia di giovani manifesteranno a Roma proprio per chiedere al parlamento di accelerare l’iter della legge.

Senatrice cosa pensa della richiesta di Orfini di porre la fiducia sulla legge?

Mi ha sorpreso, perché è una questione parlamentare e non so in che veste Orfini abbia parlato, dovrebbe sapere che la fiducia la pone il governo. Mi è sembrato un intervento un po’ scollegato, anche per in parlamento stiamo lavorando per far passare la legge. Il problema adesso è come fare a farla arrivare in aula, poi lì si capirà se c’è spazio per farla votare secondo la procedura ordinaria o se porre la fiducia. Io preferirei il prima ipotesi. Intanto domani (oggi) licenziamo la legge sui minori non accompagnati e quindi la priorità diventerà la cittadinanza. Io vorrei provare a lavorare in commissione almeno per un paio di sedute, ovviamente di fronte a un atteggiamento ostruzionistico sarei conseguente. E alla conferenza dei capigruppo verificheremo se andare in aula senza relatore.

I tentativi fatti finora di portare il testo in aula però sono naufragati anche per il voto contrario del Pd.

Io e l’allora minoranza Pd abbiamo votato a favore. C’era un accordo con il capogruppo del Pd Zanda, che ha preso un impegno con me. Direi che c’è un impegno, solo che l’intenzione è di mandare avanti la riforma subito dopo il testo sui minori non accompagnati. Capisco che Zanda abbia voluto che provassi ancora in commissione, ma il tentativo è possibile solo quando è serio. In settimana farò incardinare in commissione il provvedimento, se non c’è l’accordo tra gentiluomini per lavorare speditamente i capigruppo del mio nuovo gruppo e del Pd perché su questo c’è un’intesa, riferiranno in conferenza e presumibilmente si andrà in aula senza relatore, quindi senza di me.

E quindi verrà posta la fiducia?

Non credo che ci siano i presupposti, perché è una decisione che altera il voto. Su questo provvedimento c’è un atteggiamento favorevole di Sinistra italiana da sempre, no c’è un atteggiamento di chiusura da parte dei 5 Stalle, ci sono voti trasversali, quindi c’è una maggioranza che probabilmente va al di là della maggioranza del governo. Non vedo perché porre la fiducia. Sono per un percorso che faccia chiarezza, perché credo che questo sia un provvedimento di civiltà che deve essere votato dalle senatrici e dai senatori che ci credono.

Non pensa che chiedere di porre la fiducia sia un modo per mettere in difficoltà il governo visto che l’Ncd non la voterebbe?

Penso che sia troppo presto. Gesti di questo genere ci potranno essere nei prossimi mesi, immagino nelle vicinanze delle primarie o subito dopo, ma in questo momento mi sembrano veramente troppo in anticipo. Non c’è neanche un segretario. In questo senso la proposta di Orfini l’ho letta più come un suo gesto estemporaneo che come un atto politico di Matteo Renzi. Nel frattempo in parlamento è aumentata la sensibilità sulla riforma. Ci sono state sollecitazioni da parte del presidente Grasso e dello stesso governo perché oggi il ministro per i Rapporti con il parlamento è l’ex presidente della Commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro che aveva preso un impegno con i ragazzi interessati dalla riforma. E ci sono forze politiche, a partire dal movimento di cui io faccio parte, che considerano questa legge una priorità assoluta. Quindi mi auguro che si faccia senza fiducia. In caso contrario sarebbe una sconfitta, certo non mi tirerei indietro ma non sarebbe la soluzione migliore.

La legge è ferma di 15 mesi, Cosa dice ai giovani che domani (oggi) manifesteranno per chiedere di diventare cittadini italiani, come è loro diritto?

Che sono l bandiera di questa battaglia e stanno chiedendo il riconoscimento di qualcosa che sono già, perché sono oltre il 20% della popolazione minorile italiana. Ma anche che stanno verificando sulla pelle quanto è lenta la politica.

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