Come può una compagnia aerea che fra qualche settimana sarà controllata da Lufthansa sottoscrivere ora un accordo per aumentare i salari senza il consenso dei tedeschi?
La domanda rimane senza risposta anche dopo l’ennesimo incontro tra Ita Airways e sindacati confederali che da mesi attendono che l’attuale amministratore delegato Fabio Lazzerini mantenga la promessa di aumentare gli stipendi di comandanti, piloti e personale di volo rimasti ai livelli altamente inferiori rispetto a tutte le compagnie low cost a causa del decollo da «start up» voluto dall’allora presidente Alfredo Altavilla.

UNA PROMESSA CHE ORA Lazzerini non può mantenere a causa dell’arrivo di Lufthansa: proprio in questi giorni sta partendo la trattativa fra il gigante germanico dei cieli e il governo per fissare termini e costo dell’aumento di capitale con i tedeschi comanderanno in Ita pur avendo solo il 30%, grazie al decreto ad hoc preparato dal ministro Giancarlo Giorgetti.

I rumors parlano di una proposta di Lazzerini alquanto abborracciata: un incremento di stipendio di circa il 30% (che non recuperebbe totalmente la forbice salaria con le low cost) ma che partirebbe solo nell’autunno, a due anni dall’entrata in servizio dei primi duemila dipendenti. Stessa sorte per gli altri circa 1.600 assunti in seguito: dovranno attendere due anni di servizio. Il tutto mentre ben 4 mila lavoratori ex Alitalia non sono stati riassunti.

Una proposta che i sindacati non possono accettare, avendo nelle settimane scorse già dato per scontato l’aumento ai propri iscritti.

LA «FUMATA GRIGIA» di ieri sera avvicina lo sciopero per cui da ieri è fallita la procedura di raffreddamento con l’azienda. Ora toccherà al ministero del Lavoro mediare. Se non si arriverà a una mediazione, ci sarà il primo sciopero nella giovane storia della compagnia nata dalle ceneri di Alitalia. I sindacati confederali in 15 mesi di gestione di Alfredo Altavilla, non lo hanno mai proclamato.

«A fronte delle legittime istanze rappresentate» dai sindacati «Ita ha manifestato alcune disponibilità a fare passi avanti, con una tempistica non certa e con contenuti non ancora sufficienti a raggiungere gli obiettivi minimi retributivi e organizzativi da noi ritenuti necessari», commentano in una nota congiunta di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl più i sindacati autonomi Anpac, Anpav e Anp. «Auspichiamo – conclude la nota – che i colloqui in corso consentano di giungere a un accordo di comune soddisfazione nei tempi previsti dalle procedure», concludono i sindacati con finto ottimismo.

ANCORA PIÙ DIPLOMATICO il comunicato della sola Fit Cisl, il sindacato più recalcitrante a scioperare, anche perché è l’unico ad aver sottoscritto accordi, separati e in solitaria, perfino con Ryanair: «Nell’incontro odierno con Ita non è ancora stato raggiunto un accordo. Pur apprezzando l’approccio dell’azienda, che ha mostrato la volontà di un effettivo intervento per adeguare gli stipendi, dichiarandosi disponibile a trovare le soluzioni più idonee in tempi compatibili con le policy interne, c’è la necessità di continuare a lavorare per costruire un accordo che dia soddisfazione alle lavoratrici e ai lavoratori e che consenta all’azienda di proseguire nel suo percorso di consolidamento e sviluppo delle attività», conclude il comunicato con linguaggio assai criptico.

IERI INTANTO AL MINISTERO dei trasporti guidato dal vicepremier Matteo Salvini, nel corso del bilaterale con l’omologo tedesco Wissing, ha partecipato anche l’executive vice president strategy di Lufthansa Jörg Eberhart. Chissà se Salvini gli ha chiesto degli aumenti per i lavoratori Ita.