Più di un quinto degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza, cioè 32 persone delle 136 rimaste nella Striscia dopo gli scambi di prigionieri dello scorso novembre. Tanti sarebbero i morti secondo una valutazione interna e confidenziale dell’intelligence di Tel Aviv svelata ieri dal New York Times. Quattro funzionari dell’esercito israeliano, che hanno parlato con la testata statunitense a patto di restare anonimi, hanno affermato che le famiglie dei trentadue ostaggi sono state informate della loro morte. E hanno aggiunto che almeno altri venti ostaggi potrebbero essere morti, ma che le loro sorti sono ancora al vaglio dell’intelligence.

L’esercito israeliano «sta mettendo in campo tutte le risorse a sua disposizione per individuare la posizione e ottenere il maggior numero di informazioni possibile riguardo gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas», si legge nel comunicato di risposta alla richiesta di commento del quotidiano Usa. In cui si afferma inoltre che la maggior parte dei decessi sono avvenuti il 7 ottobre.

Haaretz riporta che il Direttorato per gli ostaggi e le persone scomparse ha contattato le famiglie delle persone prigioniere a Gaza dopo la pubblicazione del report del New York Times per confermare che il numero delle morti confermate resta invariato a 31.

Sinora solo un ostaggio è stato liberato dalle Idf nel corso dell’offensiva nella Striscia, mentre secondo i numeri ufficiali tre di loro sono stati uccisi per errore dall’esercito israeliano.