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Netanyahu chiede armi a Biden: «Ora dobbiamo entrare a Gaza»

L’esercito israeliano vicino al confine tra Israele e Gaza foto ApL’esercito israeliano vicino al confine tra Israele e Gaza – foto Ap

Israele/Palestina In serata video-vertice con tra la Casa Bianca e i leader d’Europa. Inclusa Giorgia Meloni

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 10 ottobre 2023

Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati uniti ha confermato che in Israele sono morti nove cittadini americani: «Continuiamo a monitorare da vicino la situazione e rimaniamo in contatto con i nostri partner israeliani, in particolare con le autorità locali», ha concluso il portavoce in una nota, mentre cresce il timore per una situazione più che instabile. Molti voli fra gli Usa e Israele sono stati cancellati, la banca Chase J.P.Morgan ha chiesto ai propri impiegati nella zona di lavorare da casa.

A quattro giorni dall’inizio del conflitto il Dipartimento di Stato ha dichiarato che c’è ancora un certo numero di cittadini statunitensi dispersi, e il portavoce Matthew Miller non ha fornito alcun dettaglio sulle vittime accertate; sicuramente queste (per ora) nove vittime collaborano nel chiamare ancora più in causa gli Usa nel conflitto, e a bloccare la campagna di Biden per raggiungere il desiderato accordo di pace tra Arabia saudita e Israele.

IL PROCESSO di normalizzazione nella regione a cui teneva Biden non solo è interrotto, ma tutti gli sforzi ora stanno andando in una direzione opposta e nota, quella dell’invio di ulteriori aiuti militari ad Israele. Il Segretario di Stato Antony Blinken, ai microfoni dell’emittente televisiva Nbc, ha dichiarato che il governo israeliano ha «chiesto un’assistenza militare specifica aggiuntiva», mentre si prepara a quello che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha avvertito sarà probabilmente un lungo conflitto. Blinken ha rifiutato di dare dettagli su quali saranno le armi specifiche che verranno fornite ad Israele, ma dei funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che Joe Biden, durante una telefonata a Netanyahu, ha assicurato che l’assistenza militare «è già in arrivo, e che altre ne seguiranno altre nei giorni a venire».

AGLI USA, l’annuncio di aiuti militari per la guerra di Israele contro Hamas crea anche dei problemi interni, e il timore della Casa Bianca è che si possa facilmente scontrare con il caos che regna alla Camera, dove lo speaker repubblicano è appena stato sollevato dall’incarico per una manovra dell’ala più a destra del suo stesso partito, e dove uno degli scontri principali gira attorno al volere degli ultra-conservatori di non continuare a sostenere militarmente ed economicamente l’Ucraina.

Certo lo stato di Israele e il conflitto con la Palestina non possono essere presentati come elementi alieni alla politica statunitense, ma di fatto in questo frangente il Congresso avrà sicuramente un ruolo, e non avere uno speaker alla Camera potrebbe essere un problema.

UN ALTRO PROBLEMA sono i rapporti difficili, in questo momento, con i media. In un articolo molto dettagliato, il Wall Street Journal ha sostenuto che dei funzionari della sicurezza iraniani avrebbero contribuito a pianificare l’attacco a sorpresa di Hamas, e avrebbero «dato il via libera all’assalto in una riunione tenutasi a Beirut, lunedì scorso». La Casa Bianca ha immediatamente smentito il quotidiano, dichiarando di non avere informazioni che confermino il rapporto, e altrettanto ha fatto Blinken nel corso di una intervista con la Cnn, anche se ha ammesso che «c’è sicuramente una lunga relazione» tra l’Iran e le forze militanti palestinesi.

CON QUESTA insicurezza esterna e interna, per gli Usa è importante mantenere un fronte compatto con gli alleati europei. Ieri alle 22,30 – troppo tardi per questa edizione – si è svolto un video-vertice d’emergenza tra Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Giorgia Meloni, Rishi Sunak e Joe Biden, per coordinare la risposta agli attacchi di Hamas e una linea comune, in vista dell’offensiva israeliana a Gaza.

Secondo le anticipazioni il tavolo virtuale dell’incontro ha incluso i rischi di un allargamento del conflitto nella regione, dal Libano all’Iran, le conseguenze geopolitiche ed economiche per l’occidente e le possibili ripercussioni sul conflitto tra Russia e Ucraina.

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