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Negli Usa torna la mascherina. E resta il travelban per gli europei

Negli Usa torna la mascherina. E resta il travelban per gli europeiIn un aeroporto statunitense – Ap

Stati uniti Reintrodotto l'obbligo nei locali pubblici al chiuso. E più di uno Stato introduce anche i primi vaccini obbligatori per determinate categorie di lavoratori. Intanto restano in un limbo i cittadini dell'area Schengen con visto di lavoro: non si entra da mesi

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 29 luglio 2021

Il Cdc, la maggiore autorità responsabile della salute pubblica negli Usa, ha aggiornato le linee guida riguardanti le mascherine, raccomandando che anche le persone completamente vaccinate le indossino in posti pubblici al chiuso se sono in aree ad alta trasmissione di Covid-19. In questo momento, la definizione di «area ad alta trasmissione» coinvolge quasi i due terzi delle contee statunitensi. Le nuova linee guida raccomandano anche l’uso di mascherina per tutti nelle scuole, indipendente dallo stato vaccinale.

Il ritorno delle mascherine significa inevitabilmente che la questione sarà ancora più caricata politicamente, ma Anthony Fauci nel briefing in cui sono state annunciate le misure ha sostenuto che queste nuove linee guida sono state introdotte perché a essere cambiato è il virus, non la scienza dietro la sua prevenzione.

Il dietrofront ha avuto eco. A partire dal presidente Joe Biden che oggi annuncerà per tutti i dipendenti e gli appaltatori federali l’obbligo di vaccinazione o quello di sottoporsi a un tampone settimanale.

L’obbligo di mascherina è già reintrodotto alla Casa Bianca e nella sala stampa, per vaccinati e non; a New York city il sindaco De Blasio ha annunciato misure simili di obbligo vaccinale per i dipendenti comunali; a Washington DC il riuso delle mascherine si è diffuso rapidamente all’interno dei negozi; il governatore di New York Andrew Cuomo ha introdotto l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori sanitari statali.

Negli Usa l’obbligo del vaccino è controverso ma si sta mostrando efficace. I primi a introdurlo sono state le strutture private: prima che lo Houston Methodist Hospital diventasse uno dei primi sistemi ospedalieri Usa a rendere obbligatorio per i dipendenti il vaccino contro il Covid-19, si era vaccinato circa l’85% dei suoi dipendenti; dopo l’obbligo il numero è salito a circa il 98%, con il restante 2% che ha ricevuto esenzioni per motivi medici o religiosi. Solo lo 0,6% dei dipendenti si è licenziato o è stato licenziato.

Mark Barnes, un ex funzionario sanitario di New York, intervistato da Bloomberg, ha affermato di aspettarsi che il numero di questi obblighi cresca nei prossimi mesi: «Vedremo più vaccini obbligatori da parte di grandi organizzazioni di ogni tipo», è la sua previsione.

Questo giro di vite ha come causa la diffusione della variante Delta, ragione a cui si riferisce anche il mantenimento del Travelban introdotto da Trump e mantenuto in vigore da Biden. La questione, però, è più complessa e meno comprensibile: coinvolge non i visitatori che entrano negli Usa per turismo, ma i possessori di visto di lavoro.

Al momento, mentre le frontiere europee per i cittadini Usa sono aperte anche per una vacanza, gli abitanti dell’area Schengen possono entrare solo se in possesso di green card, nonostante la spinta da parte di diplomatici e imprenditori che dopo 16 mesi di chiusura chiedono che le frontiere vengano riaperte almeno per chi vive e lavora negli Usa.

Sui media si moltiplicano le testimonianze di chi si trova bloccato fuori dagli Stati uniti da mesi e per ciò rischia di perdere il lavoro, di chi deve pagare un affitto in Usa e uno in Europa o di chi deve decidere se uscire dagli Stati uniti per stare vicino a un parente malato e il non potere più rientrare.

«Da un giorno all’altro siamo diventati tutti clandestini – dice Sophie, architetta di Bordeaux e newyorchese – e ciò che è ancora più assurdo è che gli Usa continuano a emettere visti di lavoro che però non stampano. E tutto questo lo sta facendo Biden, non Trump».

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