Navigator, previste 60mila candidature, ma il bando della selezione non c’è
Workfare all'italiana Pubblicate le gare per i servizi e l’affitto dei locali per il quizzone. La selezione degli aspiranti bloccata dallo scontro governo-regioni. L'assessore al lavoro della Regione Lazio Claudio Di Bernardino: "Il ministero del lavoro non sta realmente cercando di raggiungere un'intesa con noi"
Workfare all'italiana Pubblicate le gare per i servizi e l’affitto dei locali per il quizzone. La selezione degli aspiranti bloccata dallo scontro governo-regioni. L'assessore al lavoro della Regione Lazio Claudio Di Bernardino: "Il ministero del lavoro non sta realmente cercando di raggiungere un'intesa con noi"
Sono state previste 60 mila candidature per il ruolo di «navigator», ma il bando per la loro selezione non è stato ancora pubblicato. Non si conosce il numero esatto di chi dovrà essere assunto per aiutare i «poveri assoluti» a orientarsi nella navigazione del precariato (6 mila, 4500?), ma sul sito dell’Anpal Servizi sono stati pubblicati due bandi per selezionare le aziende che forniranno i servizi e per affittare spazi adatti a Roma (Fiera di Roma, Ergife, ad esempio). Dovranno ospitare masse di persone, per sei giorni consecutivi, interessate a un annunciato contratto di collaborazione continuativa di due anni. Tutto questo accade mentre il parlamento sta discutendo il «decretone» del consiglio dei ministri che contiene il sussidio detto impropriamente «reddito di cittadinanza». Lo dovrà approvare entro il 29 marzo.
QUESTI PARADOSSI sono il prodotto della fretta dei Cinque Stelle di arrivare alle Europee di fine maggio con un «reddito» chiavi in mano. E sono il risultato del conflitto in atto tra il governo Lega-Cinque Stelle che ha fretta di arrivare alle elezioni europee di fine maggio con il «reddito» chiavi in mano e le regioni (di centro-destra e centro-sinistra) che fanno valere le loro prerogative costituzionali sulle politiche per l’occupazione e sui centri per l’impiego che il governo vorrebbe riformare al fine di creare un infernale sistema di «workfare»: un sussidio pubblico in cambio di lavoro obbligatorio, penalità e sanzioni fino a sei anni di carcere in caso di dichiarazioni false.
UNA CERTEZZA EMERGE dalla lettura dei bandi pubblicati dall’Agenzia nazionale delle politica attive del lavoro (Anpal) sul suo sito. Le selezioni dei «navigator» «potranno svolgersi nei mesi da aprile a luglio 2019», anche per sei giorni, con due sessioni ogni 24 ore. Lo sbarramento sarà a 60 mila candidature (potrebbero essere molte di più). La prova scritta sarà un quizzone con 100 domande a risposta multipla su temi dal «reddito» al mercato del lavoro, istruzione e formazione. Da settembre, forse, i «navigator» che avranno preso servizio dovranno essere «formati» a un lavoro tutto ancora da stabilire. E, anche in presenza di soggetti che svolgono già oggi un’attività di orientamento, si tratterà di aspettare altri mesi, forse fino a un anno, affinché le regioni avviino una riforma dei centri per l’impiego in cui è difficile che i «navigator» possano entrare. Sempre che tutto vada secondo queste vaghe previsioni, ed escludendo agosto, i primi beneficiari del «reddito» potranno dunque godere di almeno cinque mesi di reddito senza condizioni. Sottoscriveranno il patto per il lavoro presso i centri per l’impiego e aspetteranno gli eventi. La disciplina prevista dal dispositivo del controllo sociale arriverà, in qualche modo. Bisognerà vedere se, a quel punto, questo governo esisterà ancora.
A CONFONDERE ANCORA DI PIÙ la vicenda dei «navigator» ci ha pensato il neo-presidente Anpal Mimmo Parisi nell’audizione alla Camera dell’altro ieri. Parisi «non vede nulla di male» nell’ipotesi per cui questi improvvisati manager del mercato del lavoro tengano per sé le migliori offerte di lavoro. «Sarebbe un importantissimo piano di stabilizzazione» ha detto. Diversamente dalle convinzioni del professore arrivato dal Mississippi, questa è una conferma che i 6 mila precari saranno messi in concorrenza con i poveri a cui dovrebbero trovare un lavoro. Una guerra di tutti contro tutti. E dire che il provvedimento dovrebbe «aiutare i poveri». Se così inteso potrebbe invece moltiplicare le ingiustizie. L’ostinazione del governo a non assumere regolarmente i «navigator» tramite concorso pubblico come chiedono le regioni, lasciandoli nel precariato, può portare anche a questi esiti. «Di Maio non sta cercando l’intesa come le regioni – sostiene Claudio Di Bernardino (assessore al lavoro nel Lazio) – Non possiamo accettare che società in house (Anpal Servizi) assolvano alle funzioni svolte dai nostri dipendenti. La stragrande maggioranza dei navigator va assunta dalle regioni, in aggiunta alle già previste 4 mila. In questo modo si potrebbero dare le giuste rispioste in tempi rapidi». Tempi che invece sono troppo lunghi per Di Maio. «Ci dica cosa vuole fare» ha incalzato Giovanni Toti, presidente della Liguria.
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