Naufragio di Pylos, difensore civico ellenico avvia inchiesta indipendente
La strage La guardia costiera di Atene aveva sempre rifiutato di avviare un'indagine interna
La strage La guardia costiera di Atene aveva sempre rifiutato di avviare un'indagine interna
Per fare luce sul naufragio di Pylos, avvenuto il 14 giugno scorso a sud del Peloponneso e costato la vita a più di 500 persone, occorre avviare un’inchiesta indipendente. È la conclusione del Difensore civico greco Andreas Pottakis, l’«Ombudsman», di fronte al ripetuto rifiuto della Guardia costiera di condurre un’indagine disciplinare interna sull’equipaggio coinvolto nella tragedia. Tra i compiti della figura, infatti, c’è di vigilare sulle violazioni commesse dai membri di pubblica amministrazione e forze di pubblica sicurezza.
«Il recente naufragio al largo di Pylos, oltre a essere una tragedia, rappresenta una grande sfida per il prestigio della Guardia costiera greca, dato l’intenso interesse dell’opinione pubblica, delle organizzazioni internazionali e dei media», ha sostenuto l’Ombudsman in un comunicato, spiegando che un’indagine approfondita e imparziale «contribuirebbe all’immagine credibile della Guardia costiera e, in ultima analisi, dello Stato».
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Pylos, nuovi dubbi sulla versione grecaSolo 104 persone sono sopravvissute al naufragio, mentre i corpi restituiti dal mare sono stati 82. Già nelle prime ore le ricostruzioni dei superstiti avevano ribaltato la versione ufficiale delle autorità greche: secondo decine di loro il peschereccio si sarebbe capovolto a seguito del tentativo della Guardia costiera di trainare con una corda l’imbarcazione per spostarla nella zona di ricerca e soccorso di competenza italiana. Un’accusa respinta da Atene: secondo il capitano dell’unica motovedetta presente sulla scena il barcone si sarebbe ribaltato per il peso, quando l’equipaggio greco si trovava a circa 70 metri di distanza.
Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, ha accolto con favore l’iniziativa di Pottakis sottolineando l’«importanza di condurre indagini indipendenti ed efficaci» sul naufragio. «Ciò non esime lo Stato dall’adempiere alla propria responsabilità», ha aggiunto Mijatovic, ricordando le indagini penali in corso. Il Tribunale marittimo greco, che ha giurisdizione sulla Guardia costiera, sta conducendo un’inchiesta preliminare sulle dinamiche dei fatti e si sta occupando anche della denuncia penale presentata da alcuni sopravvissuti.
Il mese scorso 40 hanno denunciato che nessun migrante era ancora stato chiamato a testimoniare. Solo dopo il Consiglio greco per i rifugiati, che assiste legalmente alcuni di loro, ha reso noto che il tribunale ha iniziato a convocare i primi testimoni.
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