Con un colpo ad effetto che lo stesso sindaco definisce “giuridicamente ardito”, Dario Nardella annuncia una delibera di giunta con la modifica al Piano operativo comunale. Questo per introdurre il divieto – non retroattivo – di utilizzare immobili con destinazione residenziale per affitti turistici brevi, tipici delle piattaforme come Airbnb e simili, nell’area Unesco del centro storico cittadino.
In parallelo Nardella annuncia “l’aumento dal 20% al 30%» degli alloggi a prezzi calmierati per gli studenti, e una delibera che prevede l’eliminazione della finestra dei 60 giorni nell’ambito della gestione degli studentati a fini turistico-ricettivi”. Secondo il sindaco, quest’ultimo provvedimento dovrebbe bloccare uno dei due referendum del comitato Salviamo Firenze. Sul punto, i promotori rispondono ricordando al sindaco che il 2 giugno è l’ultimo giorno utile per emanare il decreto che dà il via alla raccolta firme. “Un atto dovuto che, per rispetto delle preoccupazioni delle cittadine e dei cittadini fiorentini, non può attendere”.
Quanto al divieto non retroattivo per gli affitti turistici brevi, Nardella prima osserva che la proposta contenuta nella prima bozza della legge sugli affitti brevi, elaborata dal governo Meloni, “è del tutto inefficace”. Poi ammette le notevoli difficoltà nell’applicazione della norma fiorentina: “Ci rendiamo conto che è giuridicamente ardita, ma siamo consapevoli di poterla difendere”.
Invece seri dubbi arrivano dall’opposizione di Sinistra progetto comune: “A noi anche tecnicamente è sempre stato detto che ogni azione comunale sarebbe risultata inefficace – osservano i consiglieri Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – ora leggeremo la variante urbanistica, ma appare chiaro come manchi ogni possibilità di un valore retroattivo. Quindi dire ‘basta affitti brevi in area Unesco da ora in poi’ rischia di essere un fuoco d’artificio, che sposterà il piano della vicenda sugli eventuali ricorsi. Oltretutto, ci interessa capire il parere tecnico della Direzione urbanistica. E quello di altri sindaci”.
“Il sindaco Nardella – puntualizzano Palagi e Bundu – nell’aprile 2022 scriveva che `l’ostacolo è rappresentato dal codice statale del turismo e da normative regionali´. Il senso era che Palazzo Vecchio non può fare nulla, quindi si deve ragionare sul livello nazionale. Allora dubitiamo della concretezza e dell’efficacia di queste azioni, ci sembrano utili solo per un richiamo mediatico in chiave elettorale”. Sulla stessa linea il M5s: “Il primo cittadino è in preda a proclami improvvisi – commenta il consigliere Roberto De Blasi – che dicono di voler fare tutto il contrario rispetto a quanto questa maggioranza ha realizzato, perfino sul Piano operativo”.
Dal canto loro, Camera del Lavoro, Filcams Cgil e Sunia ricordano: “Da tempo ci battiamo per sconfiggere l’immobilismo sul tema del contrasto agli affitti brevi. Quindi questo è un segnale che va nella direzione giusta, soprattutto visto il vuoto assoluto del governo sul tema. Ma l’intervento va consolidato con nuove normative regionali, affinché sia estendibile anche fuori dalle aree Unesco”.
Mentre Confedilizia parla di “norma incostituzionale ed eversiva”, Confartigianato Turismo mette subito alcuni paletti: “Occorre fare un percorso di modifica che coinvolga tutti gli interessi in gioco, anche e soprattutto quelli dei piccoli proprietari, che oggi sarebbero i più colpiti quando invece sono pochi grandi gruppi a detenere la maggioranza degli immobili”. Immobili che, non solo in centro ma anche negli altri quartieri, sono sempre più ad affitti turistici brevi.