Napoli, torna il numero chiuso nelle spiagge pubbliche
Beni comuni Il Tar boccia l'accesso contingentato nei lidi comunali ma Palazzo San Giacomo e Autorità portuale replicano l'ordinanza censurata. Mare Libero prepara un nuovo ricorso
Beni comuni Il Tar boccia l'accesso contingentato nei lidi comunali ma Palazzo San Giacomo e Autorità portuale replicano l'ordinanza censurata. Mare Libero prepara un nuovo ricorso
Dieci giorni di contatti, scambi di mail, riunioni a distanza. Risultato: un provvedimento quasi identico a quello pesantemente criticato dal Tar. A Napoli il Comune e l’Autorità portuale scelgono di mantenere gli accessi a numero chiuso con obbligo di prenotazione sulle spiagge libere Donn’Anna (50 ingressi) e delle Monache (450), due tra i pochi tratti di costa non in concessione a lidi e circoli nautici. A fine luglio il Tribunale amministrativo regionale, accogliendo parzialmente il ricorso del coordinamento Mare Libero, aveva emanato un’ordinanza che imponeva all’amministrazione comunale e all’Autorità Portuale di rivedere i protocolli d’intesa con i concessionari dei lidi adiacenti le due spiagge pubbliche con i quali, a inizio estate, era stato reiterato il numero chiuso a Donn’Anna ed alle Monache.
Un contingentamento che fu adottato per la prima volta all’epoca del Covid ed è stato poi riproposto ogni anno, con variazioni del numero degli accessi, sulla base di presunte esigenze di sicurezza. Rilevavavano i giudici, nell’ordinanza di due settimane fa, «la necessità che venga valutata, nella scelta delle misure da adottare, la mancanza di forme di conflitto di interesse tra l’attività pubblica e quella privata, stante la prossimità dei tratti di spiaggia di pertinenza della concessionaria rispetto alla spiaggia libera oggetto della contestata regolamentazione». Ciò in considerazione della circostanza che Comune e Porto avevano assegnato proprio ai concessionari il ruolo di filtrare gli ingressi verso le vicine spiagge libere.
Constatavano, inoltre, che «non viene chiarito se i rischi per la sicurezza derivino dalla conformazione fisica della spiaggia, nel qual caso analoghe necessità si porrebbero per le porzioni di litorale date in concessione, da timori per l’ordine pubblico, per la cui tutela esistono tuttavia strumenti diversi (presidi delle forze dell’ordine), o da ragioni di pubblica igiene, considerato che la mancanza di servizi connota normalmente tutte le spiagge libere». Chiarivano, poi: «L’Amministrazione non può giustificare la scelta di adottare un provvedimento che riduce sostanzialmente il godimento di un bene connesso a un interesse di rilevanza costituzionale, anziché farsi carico, con gli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione, di individuare le modalità con cui la fruizione del mare possa essere accessibile a tutti, garantendo contemporaneamente la tutela del paesaggio e dell’ambiente».
Precisavano anche che «i provvedimenti penalizzano proprio le fasce più deboli della popolazione», facendo riferimento anche ai bambini «che non possono stare in spiaggia nelle ore più calde (mentre il limite orario è posto alle 17:30)». Criticavano il divieto di accesso ai minorenni «pure se già in età per circolare o persino viaggiare da soli». Ricordavano infine che «il diritto di accesso libero e di fruizione della battigia (anche ai fini di balneazione), sancito dalla legge, vige finanche nelle aree oggetto di concessione demaniale».
Di tali argomentazioni non c’è traccia nei due atti integrativi ai protocolli d’intesa con i gestori dei lidi Ideal, Bagno Elena e Bagno Sirena (i primi due in prossimità della spiaggia Donn’Anna, il terzo adiacente la spiaggia delle Monache) che confermano praticamente in toto il numero chiuso e sono stati pubblicati questa mattina nell’albo pretorio dell’Autorità Portuale. Unica novità, l’apertura totale e senza prenotazione agli ultra settantenni (nella vecchia intesa tale apertura era nel limite del 5% della capienza globale) e la possibilità di prenotare fino a 6 ingressi (non più 3) per utenti, sempre nel limite di 3 accessi a settimana.
Confermati il divieto di accesso ai minori non accompagnati, l’obbligo di prenotazione, la gestione degli accessi delegata ai concessionari. Tutto ciò che il Tar aveva censurato, in sostanza. Mare Libero ha intenzione di impugnare al Tar anche questi provvedimenti: «Siamo di fronte – commenta l’avvocato Bruno De Maria, che ha patrocinato il coordinamento nella vertenza – a una clamorosa violazione del giudicato del Tribunale amministrativo. Non sarà facile ottenere un risultato utile per agosto, ma spero che a settembre un nuovo provvedimento dei giudici imponga al Comune ed al Porto di tenere conto della ordinanza di fine luglio». Non è escluso che nei prossimi giorni Mare Libero promuova anche iniziative di protesta, analoghe a quelle che nelle scorse settimane erano sfociate in irruzioni con costumi e ciambelle sui lidi in concessione e sulle due spiagge libere con accessi contingentati.
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