Napoli, nel laboratorio giallorosso Pd e M5s vincono ma non sfondano
I dem primo partito con il 12,2%. Pentastellati solo terzi al 9,7% In consiglio comunale appena nove le donne elette su 40 consiglieri
I dem primo partito con il 12,2%. Pentastellati solo terzi al 9,7% In consiglio comunale appena nove le donne elette su 40 consiglieri
«Ero fiducioso di vincere al primo turno ma non di ricevere un’affermazione con questi numeri» ha ammesso ieri il neo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nella sua prima uscita pubblica dopo la notte elettorale: una passeggiata in Galleria Umberto tra i turisti e i residenti che si chiedevano chi fosse il personaggio circondato dalle telecamere. L’ex ministro del Conte 2 ha ottenuto il 62,88% pari a 218.077 voti e potrà contare su 28 consiglieri di maggioranza. La sua maxi coalizione di 13 liste ha raggiunto il 65,88% dei consensi pari a 215.427 voti. Il candidato di destra, Catello Maresca, si è fermato al 21,88% con 75.891 voti. Staccati Antonio Bassolino all’8,2% (28.451 voti) e Alessandra Clemente al 5,58% (19.338 voti).
IL PRIMO PARTITO in città diventa il Pd con un modesto 12,2% (39.904 voti): nel 2016 si era fermato all’11,64% ma raccogliendo 43.790 voti; l’anno scorso alle regionali a Napoli era salito al 16,46% (50.683 voti). A pesare, rispetto a 5 anni fa, è stata l’astensione: siamo passati da 54,12% votanti al primo turno al 47,16% di lunedì scorso. Una quota di voti è stata intercettata dalla civica di Bassolino nonché dalla civica di Manfredi (secondo partito con il 9,92% e 32.451 voti).
I 5S, che i sondaggi davano in testa alla classifica, si sono fermati al terzo posto con il 9,73% (31.805 preferenze): un dato simile al 2016 pari al 9,66% ma che rappresentava 36.359 voti; nel 2020 alle regionali erano al 14,57% (44.871 voti). L’alleanza con il Pd però li premia perché passano da 2 a 5 consiglieri e portano a casa anche tre presidenti di municipalità. Sui territori è cappotto: 10 presidenti su 10 al centrosinistra, incluso Chiaia – San Ferdinando, rimasta un fortino del centrodestra anche negli anni di de Magistris.
QUANTO HA PESATO il governatore Vincenzo De Luca? La misura si ottiene dal 4,6% di Napoli libera, la lista curata dal vice Fulvio Bonavitacola, che ha raccolto 15.053 voti. Azzurri Noi Sud Napoli viva è la lista minestrone con dentro componenti varie tra cui gli ex Forza Italia e Iv: hanno totalizzato il 5,44% con 17.791 voti. Noi Campani Per la Città (due gruppi, tra cui i mastelliani) segnano il 4,03% (13.164 preferenze). Napoli solidale a sinistra (Art1, Si e la componente dell’ex assessore Sergio D’Angelo) al 3,85% con 12.596 preferenze.
A DESTRA, Maresca entra in consiglio con 7 eletti. Fi è il partito più votato con il 6,63% (21.691 voti): nel 2016 era al 9,61% (36.145 voti) e l’anno scorso al 4,17% (12.725 voti). Un recupero che potrebbe spiegarsi con la cancellazione di 4 liste dello schieramento che ha finito per premiare i forzisti. FdI al 4,41% (14.404 voti): nel 2016 erano all’1,28% (4.829 voti), nel 2020 al 4,86% (14.968 voti). Azione di Calenda (in coalizione con Bassolino) si ferma allo 0,45% (1.483 voti); Potere al popolo (con Clemente) all’1,33% e 4.358 voti (4 consiglieri eletti nelle municipalità). Bassolino e Clemente entrano in consiglio insieme a un eletto a testa. Infine, gli ex 5S riuniti nella lista Napoli in movimento si sono fermati all’0,6% (1.970 voti). Nel prossimo consiglio comunale solo 9 le donne su 40 consiglieri, 5 nella maggioranza.
IL SEGRETARIO metropolitano del Pd, Marco Sarracino, ieri ha convocato la stampa: «Se nel 2011 e nel 2016 non siamo neppure andati al ballottaggio è colpa nostra. Abbiamo ereditato un partito isolato e l’abbiamo messo al centro di una coalizione che può essere un modello nazionale. Con i 5S abbiamo lavorato benissimo, è stato un percorso cominciato con le amministrative del 2020 e le vittorie a Pomigliano, Caivano e Giugliano. L’alleanza ha confini molto ampi ma non è da Pd e 5S che arriveranno grane. Piuttosto, i leader nazionali che sono venuti qui li abbiamo ringraziati, adesso è il momento di lavorare tutti, loro per primi, al Patto per Napoli». Per la nuova giunta è ancora presto ma un nome è già sicuro, l’ex questore Antonio De Iesu, mentre circola quello dell’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa. A Manfredi servono assessori in grado di muoversi tra i tecnici del ministero per riaprire i canali di finanziamento a Roma.
A SALERNO il sindaco uscente Vincenzo Napoli, deluchiano di ferro, è stato rieletto al primo turno con il 57,4%, un successo lontano però dal 70% del 2016. A Benevento Clemente Mastella dovrà andare al ballottaggio: ha ottenuto il 49,3% contro il 32,3% di Luigi Perifano, sostenuto dal centrosinistra. Al secondo turno si potrebbe formare l’unione degli anti mastelliani per ribaltare le previsioni. A Caserta il sindaco uscente di centrosinistra, Carlo Marino, è in testa con il 38,3% sullo sfidante della Lega Gianpiero Zinzi fermo al 28,7%. Saranno determinanti i flussi dal candidato di destra Pio Del Gaudio (12,4%) e dai due di sinistra: Romolo Vignola (10,2%) e Raffaele Giovine (7,7%).
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