Napoli, il No alla guerra lontano dal G7 Difesa
La protesta Sabato il corteo ci sarà ma con «divieti»: la questura blinda piazza del Plebiscito e Palazzo Reale. La Rete: «Non ci fermeremo»
La protesta Sabato il corteo ci sarà ma con «divieti»: la questura blinda piazza del Plebiscito e Palazzo Reale. La Rete: «Non ci fermeremo»
Domani inizia in Campania il terzo vertice in un mese dei ministri del G7. Il primo, dal 19 al 21 settembre, è stato quello della Cultura. Si è tenuto a Napoli ed è stato orfano di Gennaro Sangiuliano, fresco di dimissioni dal Mic per la vicenda Boccia. Il secondo è stato promosso a inizio ottobre in Irpinia, a pochi chilometri da casa sua, dal ministro degli Interni Piantedosi. Arrivano ora al Palazzo Reale di Napoli Crosetto e gli altri ministri della Difesa per il summit in programma da venerdì a domenica. Per contestarli, gli attivisti della Rete Napoli contro la Guerra si sono dati appuntamento sabato alle 15 in piazza Garibaldi, per un corteo che vorrebbe raggiungere piazza Plebiscito. Contano di essere almeno 1.500 tra studenti, sindacati di base, la Rete Napoli per la Palestina, centri sociali. Hanno aderito all’appello artisti come Massimo Iovine e Marco Messina, dei 99 Posse; il comboniano Alex Zanotelli; diverse associazioni ambientaliste.
«Questa manifestazione – ha detto ieri durante la presentazione Chiara Capretti, attivista di Potere al Popolo e consigliere della II Municipalità – nasce da un appello che sottolinea la nostra indignazione contro l’escalation bellica in Palestina e l’allargamento del conflitto a livello regionale. Vogliamo portare al G7 la protesta con una larga partecipazione democratica». Il questore Agricola, però, ha inviato a lei e ad altri tre organizzatori del corteo una prescrizione nella quale stabilisce che sabato il corteo debba terminare a piazza Bovio, che dista venti minuti a piedi dal punto di concentramento ed è lontana circa un chilometro dalla sede del vertice. Il provvedimento richiama la circostanza che l’iniziativa, pubblicizzata in rete, «ha già riscontrato ampia adesione da parte di numerose persone e gruppi, provenienti anche da altre province campane, attestate su posizioni di acceso dissenso rispetto allo svolgimento del vertice dei ministri della Difesa dei paesi del G7».
Il questore scrive, poi, che «l’eventuale spostamento dei manifestanti verso Palazzo Reale potrebbe determinare gravi turbative all’ordine e alla sicurezza pubblica, nonché rischi per l’incolumità dei partecipanti». Fa riferimento, inoltre, alla circostanza che «piazza Municipio, via San Carlo, piazza Trieste e Trento e piazza Plebiscito rientrano nella cosiddetta area riservata e area di rispetto nelle quali, con provvedimento del prefetto di Napoli dell’undici ottobre 2024, è stato disposto il divieto di pubbliche manifestazioni».
La Rete Napoli contro la guerra ieri ha però anticipato che il corteo proverà a raggiungere piazza Plebiscito: «Occorre difendere il diritto al dissenso in questo Paese e in questo momento storico». Caratterizzato, tra l’altro, dal decreto Sicurezza approvato circa un mese fa alla Camera e ora all’esame del Senato, che inasprisce le pene per blocchi stradali, occupazioni e altre iniziative adottate durante i cortei. In questo clima, iniziato da tempo, il 28 ottobre a Napoli inizierà nell’aula bunker di Poggioreale il processo a una cinquantina di disoccupati dei gruppi 7 Novembre e Cantiere 167 Scampia, ai quali sono contestati blocchi, occupazioni e manifestazioni non autorizzate degli ultimi due o tre anni.
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