«Avvio del processo di esternalizzazione dell’offerta educativa 0 – 6 anni delle scuole e dei nidi dell’infanzia del comune di Napoli» è l’oggetto dell’incontro che Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e il sindacato autonomo Csa hanno chiesto alla vicesindaco e assessora al ramo, Maria Filippone. Pronti a mobilitarsi se non dovesse arrivare risposta. L’amministrazione, senza comunicarlo alle associazioni dei lavoratori, ha pubblicato un bando che prevede «l’affidamento, in 5 lotti, del servizio di gestione di 21 nidi e micronidi d’infanzia comunali ubicati in strutture di proprietà del comune». Un appalto da 11 milioni 123mila euro finanziato con i fondi Siei (Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione ed istruzione). Si tratta degli ex Pac, utilizzati fin qui per i servizi aggiuntivi pomeridiani.

Da Palazzo San Giacomo fanno sapere: «La convocazione dei sindacati avverrà in settimana, come da accordi. Quanto ai dubbi sollevati, l’amministrazione ribadisce che l’esternalizzazione del servizio è l’unica risposta possibile in base a mezzi e risorse a disposizione del comune. Il servizio nei nidi è e resta pubblico, anche se svolto dal privato». Ma i sindacati sono sul piede di guerra: «Finora le somme stanziate dal Siei sono state utilizzate per la gestione indiretta dei nidi dell’infanzia di nuova istituzione prevedendo, nel contempo, verifiche e procedure per la loro internalizzazione una volta consolidati sul territorio – spiega dalla Fp Cgil Danilo Criscuolo -. Inoltre il Fondo di solidarietà comunale ha attribuito a Napoli quasi 4 milioni. Dire che non ci sono fondi e bisogna aprire al privato ci sembra fuori luogo: adesso si possono liberare risorse dal bilancio per gli asili nido. Il privato sociale può essere un arricchimento ma non può sostituire il pubblico».

La Cisl Fp: «Esiste una graduatoria pubblica di ben 133 idonei, educatrici ed educatori, alcuni dei quali da anni operano nei nidi comunali per sopperire alle carenze strutturali d’organico con contratti precari, oggetto di discussione in commissione Lavoro. Invece la sensazione è che si manifesti una volontà politica di ridurre i servizi pubblici a favore di meccanismi di privatizzazione. Come il nido Agazzi, destinato alla gestione indiretta. Un nido che fin qui è stato un servizio completamente comunale, con personale di cui non si conosce il destino».