La Via Maestra, la manifestazione indetta dalla Cgil e da decine di altre associazioni a difesa della Costituzione, contro l’autonomia differenziata cara alla Lega e contro il premierato caldeggiato da Fratelli d’Italia, incrocia la campagna elettorale per le europee e porta a Napoli Elly Schlein, la segretaria nazionale del Pd, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra) e qualche candidato alle elezioni di giugno.

Schlein arriva quando i manifestanti sono a due terzi del tragitto – 50mila i partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia – e percorre l’ultimo tratto di strada, fino a Piazza Dante, dove è montato il palco per gli interventi, in compagnia di Gaetano Manfredi, il sindaco di Napoli, di Antonio De Caro, il primo cittadino di Bari in corsa alle europee, di Sandro Ruotolo, pure lui candidato per il Pd, e dei parlamentari dem Marco Sarracino e Piero De Luca. Figlio, quest’ultimo, del presidente della giunta regionale della Campania che non è in piazza. «Elly, Elly», chiamano la segretaria i manifestanti. Lei stringe mani, abbraccia Landini e rilascia dichiarazioni: «Ci batteremo contro una autonomia differenziata che intende mantenere i divari territoriali e anzi aumentarli. È l’antico disegno secessionista della Lega, non hanno nemmeno cercato di fare finta di volere un’altra cosa. Non hanno messo un euro su questa riforma, vuol dire che non gli interessa ridurre le disuguaglianze territoriali e sociali».

Maurizio Landini, il segretario della Cgil, incassa l’ottima riuscita del corteo e la partecipazione a esso dei leader del centro sinistra, ma soprattutto di tanti lavoratori dei diversi comparti produttivi (dal pubblico impiego ai metalmeccanici, dai pensionati al settore della sanità), degli studenti («Come Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link siamo scesi in piazza perché vogliamo far sentire la voce di chi, precario, marginalizzato, del Sud e delle aree interne, straniero, giovane senza futuro, vive sulla propria pelle le storture di un sistema ingiusto e di uno Stato sordo»), di intellettuali e giuristi come il professore Massimo Villone, del Wwf e di Legambiente.

Landini sottolinea: «Questa legislazione balorda (sul lavoro, ndr) non nasce oggi, ma è frutto degli ultimi 25 anni». Una precisazione utile a rilanciare anche il tema dei referendum contro il Jobs Act che fu varato dal governo Renzi nove anni fa e per abolire il quale la Cgil ha promosso la raccolta delle firme ai fini della presentazione di quattro quesiti referendari. Schlein ha aderito alla campagna alcune settimane fa, tra i mal di pancia di diverse componenti del suo partito. In tema di lavoro va cancellata, continua Landini, anche la norma che il governo Meloni ha introdotto e che consente il ricorso ai subappalti a cascata: «La cronaca di alcuni dei più recenti incidenti sul lavoro che sono avvenuti in Italia ci racconta che le commesse erano state aggiudicate a grosse aziende, che avevano poi però subappaltato una serie infinita di pezzi del lavoro. Senza assumersi alcuna responsabilità sulle condizioni e sulla formazione degli operai che lavoravano in subappalto. Non è tollerabile, non è giusto e aumenta enormemente il rischio che si verifichino incidenti».

Quanto all’autonomia, Landini dal palco è chiaro: «Il messaggio che arriva da una giornata come questa è che abbiamo bisogno di unire il Paese, non di dividerlo. Debbono ritirare l’autonomia differenziata. Non accettiamo che venga manomessa la Costituzione. Le regioni che la pensano come noi e come le decine di migliaia di manifestanti che sono scesi in strada a Napoli intraprendano la strada del ricorso alla Corte Costituzionale. Come Cgil noi saremo pronti a combattere l’autonomia con ogni mezzo legittimo, compresi i referendum».