Avvocati della legge Calderoli in aula, tecnici dei Lep nella commissione
Il caso dei prof. Bertolissi e Giovanardi. Davanti alla Corte costituzionale hanno sostenuto le ragioni dell’autonomia
Il caso dei prof. Bertolissi e Giovanardi. Davanti alla Corte costituzionale hanno sostenuto le ragioni dell’autonomia
Avvocati difensori della legge Calderoli e contemporaneamente componenti del Comitato tecnico di esperti che deve decidere la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), la chiave di volta per dare l’avvio al processo di «secessione dei ricchi» su cui spinge, più di altri, la Lega. L’udienza pubblica di martedì in Corte costituzionale è stata l’occasione per far cadere definitivamente il velo sulla presunta neutralità tecnica del Comitato Cassese, che da un anno e mezzo sta lavorando alla scrittura dei Lep e proprio in questi giorni ha deciso di accelerare per anticipare le decisioni sull’autonomia che arriveranno proprio dalla Corte costituzionale.
Andiamo con ordine. La Corte costituzionale dovrà esprimersi due volte sulla legge Calderoli. La prima valutando il ricorso diretto presentato da quattro regioni a guida di centrosinistra – Campania, Sardegna, Toscana e Puglia – che ritengono siano state violate le loro competenze. La seconda a gennaio ammettendo o meno la richiesta di referendum abrogativo presentata da 1.300mila elettori. I ricorsi diretti sono stati discussi in udienza martedì, la Corte ha fatto informalmente sapere che la decisione arriverà probabilmente a dicembre. In udienza si sono costituite contro le regioni che contestano la legge Calderoli, dunque in difesa della legge quadro che regola le intese tra Stato e regioni, tre regioni del nord a guida centrodestra: Lombardia, Piemonte e Veneto. La sorpresa è arrivata proprio dal Veneto, capofila delle regioni autonomiste. A rappresentare l’ente guidato da Luca Zaia infatti si sono alzati davanti ai giudici costituzionali gli avvocati e professori Andrea Giovanardi e Mario Bertolissi. Cioè due componenti del comitato presieduto da Sabino Cassese sui Lep.
Non è il caso di parlare di conflitto di interessi, anche perché c’è al contrario convergenza: il Comitato Cassese lavora a una definizione dei Lep tanto vaga da non offrire alcuna garanzia contro un aggravamento degli squilibri Nord Sud nelle prestazioni, dunque la difesa anche ufficiale e pubblica della legge Calderoli è del tutto coerente. Ma nulla più resta però della maschera tecnica e neutrale. Tanto più che la doppia veste del professor Giovanardi era già venuta alla luce, dal momento che si è trovato a far parte tanto del Comitato Cassese quanto della delegazione che rappresenta il Veneto nelle trattative per la devoluzione delle materie con il ministro degli affari regionali Calderoli. E non finisce neanche qui, visto che il professor Bertolissi e il professor Giovanardi, i due difensori della legge Calderoli davanti ai giudici costituzionali, come diverse settimane fa aveva raccontato il manifesto, fanno parte anche della Commissione tecnica sui fabbisogni standard. Una posizione chiave dal momento che si tratta di un ristretto gruppo di «tecnici» che dovranno riempire di sostanza (e di quantificazioni economiche) quei Lep che il Comitato Cassese, vuoi per fretta vuoi per convenienza, si avvia a lasciare scarsamente definiti.
Il Veneto a guida leghista dunque è al cuore della «convergenza di interessi» dei sostenitori dell’autonomia differenziata. Del resto dal Veneto e dalla medesima delegazione trattante con lo Stato veniva anche la professoressa Elena D’Orlando, che della Commissione tecnica è persino la presidente. Per le polemiche ha lasciato un incarico, uno solo, quello di rappresentante della regione al tavolo con il governo. Meno decisivo.
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