Cultura

Museo Dario Fo Franca Rame, un tesoro storico finalmente pubblico

Prime Presentati ieri a Verona migliaia di documenti, i disegni, gli editti della censura

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 29 aprile 2016

Archivio storico ma già pulsante di futuro. Museo aperto all’arte diffusa nella società. Palcoscenico di «inchieste teatrali» tutte da sperimentare. È il Musalab Franca Rame Dario Fo – inaugurato il 23 marzo con il ministro Dario Franceschini con una prima esposizione temporanea aperta fino al 1 maggio – che Verona ospita all’interno della sede dell’Archivio di stato di via santa Teresa.

«È soltanto un terzo della mole di materiale che possiamo trasferire: pittura, teatro, cinema, musica e tanto altro legato all’attività di Franca che fin dall’inizio ha sempre conservato tutto. Vi chiediamo quindi di aiutare il governo e il Comune affinché il miracolo sia possibile fino in fondo con quest’archivio della vita del teatro italiano. Soprattutto perché gli stranieri e le loro università chiedono di poterlo vedere nella sua completezza» sottolinea Fo.

Nella sala convegni della Gran Guardia con a fianco il figlio Jacopo, il premio Nobel spiega la scelta di Verona che inevitabilmente evidenzia la colpevole inerzia di Milano nei confronti del «tesoro» già pubblico in versione digitale. Si tratta di più di un milione di documenti ormai davvero storici, 2.500 fra quadri e disegni originali di Fo, scenografie degli spettacoli e «editti» della censura. Ma anche canovacci, marionette d’epoca, costumi originali della compagnia della famiglia Rame.

Vetrina internazionale

Insiste Fo con il legame che lo lega alla città di Shakespeare: «Con l’eccezione di Venezia, i nostri spettacoli erano proibiti in tutto il Veneto. Per la prima volta proprio a Verona, sia pure con qualche difficoltà, abbiamo potuto mettere in scena il medioevo che era il pretesto per raccontare l’Italia della Dc. E ricordo che abbiamo fatto conoscere la satira anche agli studenti universitari: con Franca si recitava in bilico su uno sgabello».
Così oggi più che su un museo Verona può contare sulla vera e propria bottega-laboratorio culturale all’interno dei 450 metri quadrati degli ex Magazzini del grano appena rigenerati con il contributo della Fondazione Carisparmio. Il progetto è ambizioso, perché il Musalab conta di diventare «vetrina» internazionale e insieme «tutor» di scuole, università, compagnie teatrali, creazioni d’ogni genere. Per ora, incassa la risposta davvero in tempo reale delle istituzioni. A dicembre, il ministero dei beni culturali ha dichiarato l’archivio realizzato fin dal 1995 da Franca Rame «patrimonio d’interesse storico particolarmente importante». E in poche settimane il sindaco Flavio Tosi, ex leghista ma sempre sussidiario, spalanca le porte della città con l’allestimento dei primi manoscritti, bozzetti, manifesti fra le suggestioni di scena o gli echi delle note.

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A 90 anni, Dario Fo rivendica sempre la forza della «satira come critica dei poteri». È la forza del teatro che contamina, riattiva memorie, gioca a tutto campo, invade la scena pacificata. Era così nella Verona degli anni Sessanta con migliaia di spettatori sul prato dell’attuale Istituto don Calabria e la croce nella collina spenta com’era accaduto soltanto in tempo di guerra. Si replicherà, proprio grazie al Muslab, con un originale «contenitore» al servizio di nuove sperimentazioni, compagnie di giro, aspiranti attori, metafore rivelatrici.

La città in scena

È lucido e commmosso Fo quando vuole ricordare Donato Sartori: «Bisogna dire la verità. Ha scelto di suicidarsi pochi giorni fa: sapeva di avere un cancro e non voleva pesare sulla famiglia. Tutti i Sartori sono stati veri maestri nella produzione di maschere. Ricordo ancora la fila di gente in Danimarca durante l’esposizione della loro straordinaria collezione che spazia dagli antichi greci fino ad oggi. Ecco, credo che negli spazi che Verona ha concesso all’archivio di Franca si possa e si debba rendere omaggio a Sartori con una mostra che sicuramente saprà essere di interesse internazionale».

Jacopo Fo, invece, non rinuncia a mantenere il legame con il mondo dei diversamente abili che faranno spettacolo a Verona all’inizio di giugno. In più c’è la trattativa aperta con la Rai per produrre documentari, materiale didattico e un ciclo sul teatro che ha contrassegnato l’Italia.
Insomma, Musalab è sinonimo di «un’arte diffusa che arrivi ad aprire le porte di ogni città, usando il teatro e lo spettacolo per l’incontro e la conoscenza». Il primo scrigno del prezioso tesoro affidato da Fo e Rame a Verona è visitabile da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 14 alle 17; sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 19. In alternativa c’è il sito www.archivio.francarame.it

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