Caitlin Bernard, la dottoressa di Indianapolis che la scorsa estate ha praticato un aborto per interrompere la gravidanza di una bambina di 10 anni vittima di stupro è stata multata da una commissione medica, per aver parlato con i media riguardo il caso.

Per l’Indiana Medical Licensing Board Bernard, rendendo pubblica l’interruzione di gravidanza della bambina, ha violato la privacy di una paziente.

Per la linea di difesa dei suoi avvocati la dottoressa, parlando con l’Indianapolis Star, ha esercitato il suo dovere di informare il pubblico sull’impatto che hanno su le donne americane le ultime politiche che vietano l’aborto.

La commissione medica dell’Indiana alla fine non ha sospeso la licenza di Bernard e ha rifiutato l’accusa per cui che non sarebbe idonea all’esercizio della professione, ma le ha dato una multa di $3.000 e una lettera di rimprovero.
Il caso della decenne vittima di stupro a cui era stato negato il diritto di abortire aveva fatto comprensibilmente scalpore, diventando il simbolo delle conseguenze disastrose della sentenza della Corte Suprema che nel giugno scorso ha revocato il diritto federale ad abortire lasciando ai singoli stati la decisione in merito.
Alla bambina era stata negata la possibilità di abortire nel suo stato di residenza, l’Ohio, proprio perché le interruzioni di gravidanza erano appena diventate illegali dopo l’intervento della Corte Suprema. La dottoressa era stata messa sotto inchiesta dal procuratore generale dell’Indiana, il repubblicano Todd Rokita, e da allora, hanno detto gli avvocati di Bernard, sia lei che la sua famiglia sono diventati oggetto di minacce e molestie.
Rokita ha accusato la dottoressa di non aver denunciato il caso alle autorità come un abuso sui minori, e di non aver mantenuto la privacy della paziente, poi è stato compito di un consiglio formato da sei medici e da un avvocato, decidere se sanzionare Bernard e come, senza escludere la possibilità di toglierle l’abilitazione alla professione medica.
A luglio l’Indianapolis Star, dopo aver parlato con la dottoressa, aveva raccontato la storia della paziente bambina: Bernard aveva ricevuto una telefonata da un altro medico in merito a un sospetto caso di abuso su minore che coinvolgeva una decenne dell’Ohio. La bambina era infatti incinta di poco più di sei settimane, ma in base alla nuova legge che proibisce gli aborti dopo le sei settimane di gravidanza, non poteva più abortire nel suo stato di residenza. Per questa ragione era stata portata in Indiana dove, ai tempi, l’aborto era legale. Da allora, però, anche l’Indiana ha approvato nuove leggi restrittive che includono il divieto quasi totale di aborto.
La legge è poi stata sospesa da un giudice, ma intanto lo stato aveva già chiesto di sanzionare la dottoressa. Il presidente del consiglio delle licenze, una specie di ordine dei medici, il dottor John Strobel, ha definito Bernard “un buon dottore”. L’udienza è durata più di 14 ore.
“Sono certo che il dottor Bernard ha imparato molto sulla privacy – ha aggiunto Strobel verso la fine dell’udienza – Prima si riceve il consenso del paziente, e poi si può parlare del suo caso con i media, e in questo modo si possono fare le mosse giuste per educare il pubblico”.
Bernard si è difesa affermando che “È incredibilmente importante che le persone comprendano gli impatti nel mondo reale delle leggi di questo paese sull’aborto”. E ha sostenuto di aver denunciato il caso al personale dell’ospedale, e che grazie a ciò è stata aperta l’indagine sul caso di stupro della bambina.