Mosca: «La Ue è aberrante»
Crisi ucraina Il premier russo Medvedev denuncia: «A Kiev una rivolta armata, come fanno i paesi europei ad appoggiarla?» Il ministero degli Esteri: «Forti dubbi sulla legittimità istituzionale del nuovo governo, in atto tendenze dittatoriali e metodi terroristici»
Crisi ucraina Il premier russo Medvedev denuncia: «A Kiev una rivolta armata, come fanno i paesi europei ad appoggiarla?» Il ministero degli Esteri: «Forti dubbi sulla legittimità istituzionale del nuovo governo, in atto tendenze dittatoriali e metodi terroristici»
Dopo le giornate durante le quali si è compiuta la conquista del potere da parte dell’opposizione, a seguito delle manifestazioni di piazza, tutti aspettavano la reazione russa. Terminate le Olimpiadi di Sochi, è arrivato il momento delle prime dichiarazioni da Mosca. Non ha parlato Putin, bensì il primo ministro Medvedev secondo il quale, «la legittimità di alcuni organi istituzionali» dell’Ucraina «suscita forti dubbi». Non solo, perché il comunicato che arriva da Mosca parla apertamente di tendenze «dittatoriali» e «metodi terroristici», rispetto a quanto sta accadendo a Kiev, registrando «inviti a bandire la lingua russa, eliminare partiti e organizzazioni, e chiudere le testate giornalistiche dissenzienti».
I segnali per Mosca, in effetti, non sono positivi: Oleg Makhnitski del gruppo di estrema destra Svoboda è stato eletto nuovo procuratore generale del paese, dal parlamento di Kiev. E proprio dalla capitale ucraina, sono arrivate altre novità riguardo la situazione politica: Yanukovich, sconfessato ormai anche dai suoi e ancora in una località segreta, anche se molti lo danno in Crimea, altri in una base navale russa di Sebastopoli, è stato messo sotto accusa. «Questa mattina – ha scritto ieri su Facebook il ministro dell’Interno ucraino ad interim Arsen Avakov – è stata aperta un’inchiesta per uccisioni di massa di civili. Yanukovich e altri funzionari sono stati inseriti nella lista dei ricercati». Il governo di unità nazionale ucraino – con il partito comunista che annuncia la sua opposizione – quindi procede.
Tymoshenko ha specificato che non sarà lei la prossima premier, ma ad ora il nuovo governo è una sua diretta emanazione (e non solo il governo, dato che Kubiv, del suo partito, è stato nominato nuovo governatore della Banca centrale). Lei stessa – considerata come l’unica in grado di contrattare tanto con Germania quanto con Putin, ieri ha chiesto che tutti gli esponenti di Maidan vengano rappresentati nel nuovo governo e c’è da chiedersi – a questo punto – se verrà posto, o meno, il problema di Pravyi Sektor, la destra neonazista ucraina. Tymoshenko però non gode della totale fiducia di Maidan, proprio a causa del suo passato di vicinanza a Mosca: come è stato ricordato, nelle elezioni del 2010 che videro la vittoria di Yanukovich, Tymoshenko era vista come la principale candidata proprio di Mosca.
Lo stesso Putin ebbe a sottolineare come avrebbe preferito lei, come controparte. E questo potrebbe finire per creare dissapori con la piazza e con le frange più estreme dell’opposizione. Ieri infatti è giunto anche il riconoscimento dell’Unione europea del presidente ad interim, Oleksandr Turchynov.
Turchynov è un personaggio che viene accusato di essere privo di carisma, è anche scrittore di gialli psicologici e molto vicino a Tymoshenko. Nato nel 1964, pastore della Chiesa battista di Kiev, membro della gioventù del partito comunista sovietico, dopo la fine dell’Urss fondò un partito di centro sinistra, Hromada, con Pavlo Lazarenko, socio in affari – guarda il caso – proprio di Tymoshenko. Quest’ultimo pose fine alla vita del partito quando scappò negli Usa accusato di corruzione e allora Turchynov appoggiò la carriera politica della ricca Tymoshenko, fondando insieme il partito Patria.
La sua biografia è presente in un cable del 2010 dall’ambasciata americana dove viene descritto come «il principale alleato di Timoshenko, tanto da seguire qualsiasi scelta lei possa fare». Nel 2004 dopo la vittoria della «pasionaria» Turchynov divenne capo dei servizi segreti del paese, raccogliendo parecchio materiale compromettente, si dice, contro Yuschenko e i suoi alleati, salvo poi uscire di scena con l’arrivo di Yanukovich e la definitiva caduta di Tymoshenko (arrivata, a quanto appreso tempo da Wikileaks, da uno scontro tra Medvedev e Putin, che suggerì la sua incarcerazione a Yanukovich).
I suoi rapporti con Maidan non sono buoni, anche perché il nuovo presidente, una volta cacciato l’ex leader, avrebbe consigliato ai manifestanti di tornarsene a casa. È chiaro che la sua nomina potrebbe non durare, perché anche nell’opposizione i giochi politici cominceranno presto a delinearsi.
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