All’inizio era stata diffusa la notizia che il piccolo Mohammed al-Tamimi, 2 anni, fosse stato colpito da proiettili sparati da un palestinese in direzione di un insediamento coloniale israeliano. Invece a ferire mortalmente il bambino alla testa sono stati colpi esplosi da soldati israeliani il primo giugno, nei pressi del villaggio di Nabi Saleh, nella Cisgiordania occupata.

Colpi che hanno ferito anche il padre Haitham. Mohammed ieri è spirato in ospedale. Le sue condizioni erano apparse subito critiche, i medici non hanno potuto fare nulla. La versione israeliana del coinvolgimento di palestinesi armati era apparsa subito poco credibile considerando dove e come era rimasto ferito Mohammed.

Le autorità militari, quindi, hanno dovuto riconoscere che ad uccidere il bambino sono stati proiettili israeliani. Il padre aveva raccontato che la sua automobile era stata colpita fuori casa, subito dopo aver fatto salire Mohammed. L’esercito israeliano ha detto di aver aperto una inchiesta ma solo in casi rari la procura militare rinvia a giudizio soldati responsabili uccisioni di civili palestinesi innocenti.

Ieri altri due palestinesi sono stati feriti durante un raid di soldati nelle città di Dayr al-Ghusun e Anabta, vicino Tulkarem.