Modificare la Costituzione per garantire il diritto all’Ivg
Francia Le proposte di En Marche e Nupes per evitare un futuro "scenario americano". La prima ministra Elisabeth Borne «sostiene con forza» l’iniziativa
Francia Le proposte di En Marche e Nupes per evitare un futuro "scenario americano". La prima ministra Elisabeth Borne «sostiene con forza» l’iniziativa
La decisione della Corte suprema Usa il 24 giugno ha fatto irruzione in Francia come una scossa di terremoto in un clima già rovente, in seguito all’esito delle elezioni legislative, dove Macron ha perso la maggioranza assoluta e sono entrati all’Assemblée nationale un forte gruppo della sinistra unita nella Nupes, ma anche, per la prima volta così numerosi, 89 seggi sono stati conquistati dall’estrema destra del Rassemblement national.
La République en Marche propone di «costituzionalizzare» il diritto all’aborto, con una proposta di modifica della carta fondamentale, e la prima ministra Elisabeth Borne «sostiene con forza» l’iniziativa. Anche la Nupes sta preparando una proposta di legge in questo senso, che sarà presentata a breve. Inserire nella Costituzione il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), per evitare nel futuro uno scenario all’americana, potrebbe diventare il primo terreno di prova delle alleanze “caso per caso” della maggioranza relativa della République en Marche (Lrem) e di Ensemble, inaugurando questo percorso in bilico con un voto unito con la sinistra. Ma la strada non è facile. C’è l’approvazione dei movimenti femministi per la costituzionalizzazione, che darebbe maggiore sicurezza.
Il testo della proposta di legge presentato dalla capogruppo della Lrem, Aurore Bergé, indica di inserire nell’art. 66-2 che «nessuno può essere privato del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza». Per la deputata Lrem, Marie-Pierre Rixain, «sappiamo bene che i diritti delle donne sono un totem per i movimenti di estrema destra ma egualmente per i populisti e i reazionari quando arrivano al potere». Per la Lrem è una svolta: nel 2018, un’iniziativa per “costituzionalizzare” l’Ivg era stata respinta dalla ministra della Sanità di allora, Agnès Buzyn, anche se nel primo mandato di Macron la possibilità di ricorrere all’Ivg è stata allungata da 12 a 14 settimane di gravidanza. Il presidente resta molto prudente e per il momento non si è espresso sulla proposta di legge.
In Francia, se una legge di riforma costituzionale passa una proposta di legge di iniziativa parlamentare, ci vuole un referendum per la ratifica. Questa ipotesi sta spaccando Ensemble. François Bayrou, del MoDem, è contrario (oltre ad essere cattolico) e si chiede «francamente, è utile oggi, nello stato in cui si trova il paese con tutti i problemi che abbiamo?». Molti deputati di chiedono se sia opportuno risvegliare l’opposizione – non solo all’Ivg, ma anche matrimonio per tutti, adozione per gli omosessuali ecc. – che resta forte e radicata.
Il senatore Républicain della Vandea, Bruno Retailleau, vi vede solo «un’operazione politicante» da parte della Lrem. Al Senato, il gruppo socialista studia un’altra uscita, per evitare il referendum: convincere il governo a presentare un progetto di legge per costituzionalizzare l’Ivg. Così, basterebbe convocare il Congresso (Assemblée nationale e Senato) e ottenere un’approvazione dei tre quinti. La proposta imbarazza Marine Le Pen, che personalmente non è contraria all’Ivg, ma sa benissimo che c’è una forte opposizione tra le fila del Rassemblement national.
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