C’è chi la chiama carbon bootprint: impronta climatica degli scarponi militari. E’ l’impatto climalterante di energivori sistemi d’arma, basi e apparati, aerei, navi, carri armati, eserciti; e soprattutto degli interventi bellici veri e propri. Un cappio al collo del pianeta e un vero circolo vizioso, come sintetizzava l’appello «Stop the Wars, stop the warming» lanciato dal movimento globale World Beyond War alla vigilia della Conferenza sul clima di Parigi (2015): «L’uso esorbitante di petrolio da parte del settore militare statunitense serve a condurre guerre per il petrolio e per il controllo delle risorse, guerre che rilasciano gas climalteranti e provocano...