«Bisogna indagare sul clientelismo che sovraintendeva alle assunzioni in Fondazione» Milano Cortina 2026.

Il Tribunale del Riesame di Milano ha confermato le ipotesi accusatorie della Procura di Milano guidata da Marcello Viola. Dal quadro emerso evince che è «non solo utile ma anche doveroso» indagare ancora sulla gestione dell’evento olimpico.

I giudici hanno confermato i sequestri probatori a carico di uno degli indagati, l’ex dirigente dell’ente Massimiliano Zuco, e hanno riqualificato uno dei reati, la corruzione, in «corruzione tra privati» (non in traffico di influenze illecite, come emerso ieri da fonti giudiziarie), contestato nell’inchiesta assieme alla turbativa d’asta e all’abuso d’ufficio.

Per il Tribunale inoltre il decreto legge governativo che definisce società privata la Fondazione Milano-Cortina non incide minimamente sull’inchiesta e non ha rilievo nel valutare la presunta corruzione di Zuco che è ora accusato anche di aver ricevuto un’altra presunta tangente da «22mila euro» per favorire Vetrya, società dell’imprenditore Luca Tomassini, nell’appalto per i servizi digitali.