Questi dodici anni di sinistra al governo di Milano saranno ricordati anche come quelli della mancata rivoluzione della mobilità. Quella che altre città europee hanno avviato nella metà del tempo e che nel capoluogo lombardo è stata invece sempre evocata e mai praticata davvero. E così Milano si ritrova a piangere il terzo ciclista ucciso in strada in tre mesi, un quarto giace in coma irreversibile. Salgono a otto le vittime di auto e camion se teniamo in considerazione anche pedoni, motociclisti e un ragazzo in monopattino. Nel 2021 le vittime furono 34, gli incidenti secondo l’agenzia Areu 864. Se non è un’emergenza questa. E invece la giunta guidata da Beppe Sala affronta la strage con ordinarietà.

L’incidente ieri è avvenuto nella periferia nord della città, in via Comasina, con una dinamica identica agli altri due investimenti mortali precedenti: l’autista del camion svolta a destra e investe il ciclista. A morire ieri mattina è stato un uomo di 55 anni residente a Cormano. Nella città dei mille cantieri che non si fermano mai anche i tir si muovono a qualsiasi ora del giorno senza sosta e senza limitazioni, dal centro alla periferia. Gli autisti che guidano i mezzi pesanti hanno una scarsa visibilità alla loro destra che nella parte posteriore diventa “angolo cieco”. Il consiglio comunale di Milano la scorsa settimana ha votato un ordine del giorno per obbligare i camion ad installare i sistemi di sicurezza e rilevamento sull’angolo cieco dei mezzi, ma serve la conversione della giunta tramite una delibera. Il sindaco Beppe Sala e l’assessora ai trasporti Arianna Censi ripromettono interventi per mettere in sicurezza le pista ciclabili e obbligare i tir a installare questi sensori, potrebbero iniziare dal votare l’ordine del giorno del consiglio comunale. Altrimenti, dopo il boom della bicicletta, Milano registrerà il record di chi ha smesso di andare in bicicletta per paura di morire.

Le associazioni che da anni si battono per strade più sicure chiedono a Sala una delibera urgente entro una settimana. «Ogni mese una persona muore uccisa da un camion, basta» dicono le associazioni riunite nella campagna Sai Che Puoi?. «Tristezza e rabbia sono i nostri sentimenti oggi perché la giunta Sala non si muove con l’urgenza necessaria per impedire che ci siano nuove vittime e per costruire una vera città delle persone prima che dei mezzi e delle merci». A febbraio qualche giorno dopo l’investimento mortale di Veronica D’Incà a piazzale Loreto qualcuno aveva lasciato uno striscione a lato della piazza con scritto sopra «Milano, la città dove le merci valgono più delle persone». Dicono ancora le associazioni: «Vogliamo credere e sperare che dopo l’ennesima morte di una persona qualcosa cambierà davvero: la giunta deve predisporre e approvare urgentemente un piano d’emergenza per rendere tutte le strade di Milano più sicure entro il 1° luglio 2023». In uno dei recenti presidi fuori dalla sede del comune di Milano qualcuno ha detto: «abbiate il coraggio di vietarci di usare le biciclette se non sapete proteggerci». Una provocazione terribile e disperata. Al sindaco Sala ora la scelta.