Ieri mattina un corteo di circa 2mila persone ha attraversato il Rione Sanità, a Napoli, per arrivare a via Foria, all’altezza della caserma Garibaldi: il luogo dove lunedì scorso un ragazzo di 17 anni, Arturo, è stato aggredito da una gang di minorenni che l’ha lasciato a terra esangue, ferito da venti coltellate.

La manifestazione è partita da piazza dei Miracoli dove si trova il liceo Cuoco, quello che frequenta Arturo. I compagni di scuola hanno passato la settimana standogli accanto in ospedale: le sue condizioni sono ancora gravi ma stabili. In testa al corteo lo striscione «Alla violenza risponde la sapienza, all’attacco vile l’impegno civile».

Lungo il tragitto si sono uniti anche gli studenti delle altre scuole cittadine, il coro più utilizzato è stato «Con minacce e coltellate la giustizia non fermate».

Alla manifestazione ha partecipato il sindaco, Luigi de Magistris, con numerosi assessori e il presidente della Municipalità, Ivo Poggiani. Nel corteo anche padre Alex Zanotelli e la rete di Un popolo in cammino, i genitori di Genny Cesarano e Luigi Galletta, vittime innocenti della camorra.

Arturo lunedì pomeriggio era uscito per fare una commissione, un gruppo di minorenni nella centralissima via Foria lo ha circondato, prima le provocazioni e poi l’aggressione: venti ferite alla schiena e al petto, due i colpi potenzialmente mortali, uno al polmone e l’altro alla giugulare.

La madre, Maria Luisa Iavarone, è stata avvisata da un passante attraverso il cellulare di Arturo: ha trovato il figlio riverso a terra in una pozza di sangue, circondato dalla polizia e da una folla di curiosi.

«Chiederò al prefetto non solo l’apertura di un tavolo sulla legalità ma anche un presidio sotto casa e un’auto che, almeno nei prossimi mesi, vigili sulla mia famiglia – ha spiegato ieri la donna -. Dai ragazzi delle scuole è venuta una risposta fortissima e noi dobbiamo dare loro una possibilità e una speranza di futuro».

A chi le chiedeva se volesse andare via, ha risposto: «Scappare da questa città, che ha comunque un cuore grande, non è la soluzione. Si affrontano i problemi e, se sono veramente complessi, si chiede l’aiuto di tutti. Questa manifestazione è la dimostrazione di quanto il contributo di tutti ci possa aiutare a oltrepassare questo momento».

La polizia sta cercando i responsabili, le telecamere non hanno offerto prove risolutive, ieri il questore Antonio De Iesu si è rivolto al quartiere: «Le fiaccolate sono importanti ma non bastano. Se la città vuole essere vicina al ragazzo deve collaborare, anche in forma anonima».

Finora l’unico che ha offerto un contributo è stato Luigi D’Orta, che ha un negozio in via Foria: «Non c’è stato un litigio o un tentativo di rapina, ho sentito il rumore di uno schiaffo, sono uscito e ho visto quattro ragazzi magri, giovani, con i cappucci dei giubbotti in testa, che scappavano e il ragazzo a terra che perdeva sangue. Gli aggressori erano giovani, 14-16 anni. La cosa peggiore è stata l’indifferenza della gente».