Michetti: «Con Gualtieri i centri sociali». E ignora le domande di un sito ebraico
Roma Ultime mosse del candidato a sindaco del centrodestra dopo le gaffe dei giorni scorsi
Roma Ultime mosse del candidato a sindaco del centrodestra dopo le gaffe dei giorni scorsi
«Quella è una piazza di tutti, non è una piazza di parte. Si andrà con il tricolore e a difesa dei valori costituzionali. Io spero che tutti partecipino». Così Roberto Gualtieri, candidato a sindaco di Roma col centrosinistra, nel penultimo giorno di campagna elettorale conferma la sua presenza alla manifestazione di sabato contro il fascismo a piazza San Giovanni.
Non ci sarà il suo rivale Enrico Michetti, invece, che ha detto di voler disertare l’appuntamento in ossequio al silenzio elettorale. Il candidato del centrodestra chiuderà la campagna elettorale questa sera in piazza Campo de’ Fiori (mentre Gualtieri dà appuntamento a piazza del Popolo). Ieri Riflessi, rivista online espressione della lista Menorah, che ha suoi rappresentanti all’Unione delle comunità ebraiche italiane e nella Comunità ebraica di Roma, ha pubblicato le domande che aveva rivolto a Michetti. Quest’ultimo aveva accettato la loro richiesta di intervista, e al quale il tribuno radiofonico si è rifiutato di rispondere. La prima era questa: «Avvocato Michetti, nella redazione di Riflessi, composta tutta da ebrei romani, non c’è nessuno che è proprietario di una banca o che fa parte di una lobby: secondo lei siamo degli ebrei atipici?». Poi gli si chiedeva della sua posizione sullo sgombero di CasaPound, dell’equiparazione tra Shoa e foibe, della possibilità che proponesse di dedicare una via al leader missino Giorgio Almirante. E infine: «Nella lista di Fratelli d’Italia e della Lega che si sono presentare per il comune e i municipi, molti candidati si erano noti per le loro simpatie fasciste o neonaziste. La cosa la imbarazza?».
Il silenzio di Michetti arriva nel giorno l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni fa sapere di aver «aperto una istruttoria a carico dell’emittente radiofonica romana Radio Radio riguardo ad alcune affermazioni concernenti gli ebrei e il nazifascismo pronunciate nel corso di alcune trasmissioni». L’iniziativa dell’Authority nei confronti della radio che ha lanciato Michetti, e che ha ospitato e poi rivendicato per bocca del direttore editoriale alcune sue uscite considerate antisemite, raccoglie l’approvazione la comunità ebraica di Roma che ora chiede «vengano prese sanzioni reali». L’Agcom ha anche spiegato di aver «attivato il Corecom del Lazio – competente per materia – per presunte violazioni della par condicio in periodo elettorale segnalate da più parti, a carico della stessa emittente radiofonica».
Ieri sera, Gualtieri e Michetti hanno dato vita al secondo duello televisivo, davanti alle telecamere di SkyTg24. Qui Michetti ha risposto. «Il Partito comunista a Budapest stava cogli oppressori, io stavo dall’altra parte con la Democrazia cristiana», ha detto riproponendo un grande classico del pensiero reazionario: l’equivalenza tra comunismo e fascismo. Poi ha ricordato che «l’apertura della campagna elettorale di Gualtieri è avvenuta in un immobile occupato», con riferimento al dibattito tra i contendenti alle primarie del centrosinistra ospitato da Spin Time. Dunque, è l’allarme di Michetti: «Se vince Gualtieri entrano i centri sociali».
L’ex ministro dell’economia ha ricordato i consensi che arrivano dalle principali forze escluse dal ballottaggio: «Carlo Calenda ha detto che mi voterà come Giuseppe Conte e altri esponenti del M5S, c’è molta assonanza con loro rispetto ai valori dell’Europa, della Costituzione, dell’antifascismo che, ricordo, erano sostenuti anche dalla Democrazia cristiana che mai avrebbe messo Casapound in lista». Poi ha attaccato gli impegni anti-degrado del candidato della destra sostenendo che «i poveri non sono rifiuti, sono persone». Per Michetti, inoltre, «la sindaca Raggi ha fatto cose positive, per esempio sulle tranvie e sul microcredito: è un’amministrazione che negli ultimi due anni è stata molto attiva. Con Calenda abbiamo molti punti di programma che sono vicino a noi, come sul decoro. La politica negli anni ha perso credibilità, la prima cosa che faremo è un assessore alle periferie». Una delega, quella alle periferie, che già esisteva all’epoca delle giunte di centrosinistra di Rutelli e Veltroni.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento