Politica

Menapace: caro Mattarella, è la Carta dell’Europa

Menapace: caro Mattarella, è la Carta dell’EuropaLidia Menapace

La partigiana dell'Anpi voterà No al referendum costituzionale e giovedì è a Trento con il presidente della Repubblica per ricordare De Gasperi

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 18 agosto 2016

Partigiana combattente in Val d’Ossola («Grado di sottotenente» ricorda con una punta di orgoglio) e tuttora partigiana della Costituzione.
Lidia Menapace, 92 anni, ex professoressa e parlamentare, continua a girare l’Italia per le iniziative dell’Anpi, dei movimenti pacifisti e delle donne. E non dismette il suo stile garbato, quanto coerente e netto.
Anche sul “divieto” scattato nella Feste del Pd di Bologna sul referendum costituzionale nei confronti della propaganda a favore del “no” da parte dell’Associazione dei partigiani. Chiosa Menapace: «È una questione impostata male, perché nell’Anpi è passata con il 97% dei delegati votanti al congresso la posizione del “no” nei confronti della cosiddetta riforma costituzionale . Se mai, è il Pd di Renzi che crede ancora al pensiero unico. Ma l’epoca delle organizzazioni legate al Pci sempre a disposizione è tramontata. Quella dell’obbedienza fideistica è una cultura politica che appartiene al passato dell’unanimità di facciata».
E oggi Lidia Menapace riparte da Bolzano. La mèta è Pieve Tesino (Trento): alle 17.30 nella sede della Fondazione Alcide De Gasperi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella tiene la lectio magistralis dedicata ai 70 anni della Repubblica europea nella visione del leader Dc. È stata invitata anche lei e anticipa al manifesto il suo intervento, di nuovo in difesa della Costituzione originale.
«Il presidente Mattarella è noto per la sua discrezione, che spicca davvero rispetto all’interventismo incostituzionale di Napolitano È una novità: avendoli sentiti tutti da De Nicola ad oggi, tutti maschi…» sorride maliziosa.

«Tra i meriti della Costituzione dirò citando un bellissimo libro di Salvatore Settis spicca quello europeista: importantissimo, rappresenta uno di quei punti del testo costituzionale che ci fa dire che abbiamo un bellissima Costituzione» sostiene Menapace. In particolare, l’articolo 11 che al primo comma «ripudia la guerra» e che da pacifista evidenzia così: «È straordinario il fatto che affermi che rifiutiamo anche la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, nelle quali dunque il nostro diritto-dovere costituzionale di intervenire esclude l’uso delle armi. Più avanti cita (e infatti lo chiamavamo l’articolo “europeista”) il vincolo essenziale per essere o diventare una Repubblica d’ Europa, cioè il ricorso a reciproche limitazioni della sovranità nazionale per poter costruire l’Europa».
E nel solco di De Gasperi, di fronte al presidente Mattarella, c’è anche una riflessione “costituzionale” sul Trentino Alto Adige e il suo modello di autonomismo nato, di fatto, insieme alla Repubblica: «Nel territorio nel quale vivo, ho sempre pensato (e penso tuttora) che i confini degli Stati nazionali nella loro dimensione territoriale sono poco importanti. Cioé rappresentano poco territorio, però sono invece portatori di differenze linguistiche, culturali e storiche che davvero rappresentano la cifra d’Europa nel mondo. Una storia intrisa, dunque, delle differenze che la formano. Sicché sui confini gli Stati nazionali europei si incontrano, sommano affrontano, confondono nazionalità lingue e culture differenti: a Ventimiglia italiane e francesi, come in Val d’Aosta, in provincia di Novara con il Canton Ticino, al Brennero verso la Slovenia o in Friuli Venezia Giulia».
Conclusione di Lidia Menapace a beneficio non solo dei massimi vertici istituzionali: «Se non riusciamo, magari fondando territori franchi misti ai confini, a mantenere questa sorta di melting pot costitutivo, c’è davvero il rischio di involuzioni nazionaliste o di una crisi irreversibile nella costruzione dell’Europa».

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