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Meloni con Israele: «Ha diritto a difendersi»

La commemorazione del 7 ottobre a RomaLa commemorazione a Roma – LaPresse

7 Ottobre Le commemorazioni a Roma e Milano in Sinagoga. La Russa: «So che la mia provenienza politica può creare qualche imbarazzo»

Pubblicato 18 minuti faEdizione del 8 ottobre 2024

«Israele ha il diritto di difendersi, lo eserciti nel rispetto del diritto internazionale umanitario» dice Giorgia Meloni partecipando alla cerimonia in memoria delle vittime del 7 ottobre alla Sinagoga di Roma. Così la presidente del consiglio esprime la posizione del governo italiano. La destra è in mezzo a un campo di forze che presenta diversi fattori: deve tenere conto del dibattito internazionale e degli orientamenti dell’opinione pubblica, ma ha anche bisogno di liberarsi del passato e delle scorie razziste («Mi avvicino a voi in punta di piedi conscio che la mia provenienza politica possa creare imbarazzo» ha detto più tardi Ignazio La Russa parlando alla Sinagoga milanese) e può utilizzare la questione in chiave tutta islamofoba, col governo di Netanyahu presentato come baluardo dell’Occidente. «L’Occidente deve aiutare Israele a vincere questa guerra» ha affermato chiaro e tondo Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano.

In rappresentanza del governo, alla cerimonia solenne e tra ingenti misure di sicurezza hanno partecipato anche il vicepremier Matteo Salvini con una delegazione di ministri: Matteo Piantedosi, Carlo Nordio, Alessandro Giuli, Giuseppe Valditara, Eugenia Roccella e Andrea Abodi. C’era il presidente della Cei Matteo Zuppi. L’ambasciatore israeliano Jonathan Peled ha riconosciuto il pieno appoggio italiano al suo paese: «Israele è fortunato ad avere con l’Italia un buon amico in Europa e nel mondo. L’Italia non ha mai fatto mancare la sua piena solidarietà e il sostegno al diritto di Israele alla autodifesa. Non è una cosa che diamo per scontata, e confidiamo che questo sostegno non venga meno». E Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha ringraziato Meloni «che ancora una volta ci dimostra la sua vicinanza e la sensibilità di riconoscere l’enormità di quanto è successo il 7 ottobre». Il suo omologo milanese ha lanciato un segnale di riconciliazione al sindaco Beppe Sala, dopo alcune polemiche legate al fatto che a palazzo Marino, accanto alla bandiera israeliana, era comparsa la bandiera della pace, evidentemente percepita come una minaccia.

Dall’opposizione provano a non dimenticare anche i massacri della rappresaglia israeliana. Elly Schlein parla degli orrori di un anno fa come «attacco terroristico vigliacco e atroce, che abbiamo condannato subito, in cui persone innocenti, famiglie, giovani e bambini sono stati trucidati barbaramente». Poi però sente il bisogno di precisare: «La reazione del governo di Netanyahu ha portato nel corso di quest’anno al massacro di oltre 40 mila persone a Gaza, di cui quasi 20 mila minori. I palestinesi non possono subire una punizione collettiva per gli atti atroci di Hamas». Anche Giuseppe Conte definisce il 7 ottobre «un giorno di atroce violenza», ma ricorda che da quella data «è iniziato l’orrore senza fine, con la devastante e criminale carneficina di oltre 40mila civili palestinesi a Gaza per mano del governo Netanyahu, i morti e gli sfollati in Libano. Dopo un anno Italia e Unione europea sono assenti ingiustificati per un’azione forte e autorevole affinché tacciano le armi». Nicola Fratoianni di Avs rievoca «l’orrore della strage di donne, uomini, bambini ed anziani trucidati solo perché israeliani» e «l’insensata vendetta del governo Netanyahu non ha riportato a casa gli ostaggi, che devono essere liberati, ha provocato un’ecatombe che lascia senza fiato con oltre 40 mila civili ammazzati e oltre 100 mila feriti colpevoli solo di essere palestinesi».

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