«Quello che è successo questa notte è una cosa mai vista prima. Il fuoco ha distrutto tutto, c’erano scene di panico ovunque», ha dichiarato ieri Pietro Balestra, sindaco di Villanova D’Albenga. È uno dei comuni del savonese maggiormente colpiti dal mega incendio che da sabato scorso ha interessato oltre 400 ettari tra bosco e macchia mediterranea, il doppio del totale di quanto è andato in fumo in tutta la primavera-estate 2021.

Per spegnere le fiamme sono state impiegate 15 squadre dei vigili del fuoco – cinque arrivate da Genova, Piacenza, Cuneo, Torino e Bergamo – per un totale di oltre 100 effettivi. Con loro 70 volontari dell’antincendio boschivo, oltre a tre canadair e vari elicotteri. Nella notte tra domenica e lunedì il rogo ha raggiunto l’aeroporto di Villanova, che è stato chiuso, e ha lambito anche alcune palazzine.

120 persone hanno dovuto lasciare le loro case. La maggior parte ha trovato rifugio da amici e parenti mentre altre sono state ospitate nel Palafiori di Villanova e in alcuni alberghi di Alassio. Fortunatamente già ieri gli sfollati sono scesi a quattro: l’abitante di un appartamento andato completamente distrutto e i membri della famiglia che viveva al piano di sopra, in una casa dichiarata inagibile. Oltre alle due case di Borgo Verde, nel comune di Villanova, è stata distrutta dalle fiamme anche un baita isolata. Le fiamme avevano raggiunto anche il tetto di un’altra palazzina, ma sono state domate dal rapido intervento dei vigili del fuoco.

Di «situazione infernale» ha parlato Riccardo Tomatis, sindaco di Albenga. «Questa notte è stato un disastro – ha affermato il primo cittadino ligure – Abbiamo visto fiamme incredibili alte fino a 20 metri. Ho visto gente disperata per quello che ha perso. E persone che sono rimaste tutta la notte in auto per non allontanarsi dalle proprie case. I vigili del fuoco e i volontari sono stati bravissimi, sono riusciti a salvare tante case lottando fino all’ultimo metro. Adesso aspettiamo la Regione che da sabato ancora non è arrivata. C’è gente che aveva investito in uliveti e vigne e ha perso tutto».

Ieri intanto le fiamme hanno preso la direzione di Cisano sul Neva, verso l’entroterra. «Speriamo di contenerlo il più possibile in previsione della notte, quando cesseranno i voli di canadair ed elicotteri», ha dichiarato ieri pomeriggio l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone.

Nell’estate che ha fatto registrare il record europeo di roghi, con 600mila ettari andati in fumo nel territorio Ue, in Italia ne sono bruciati quasi 37mila ettari (3mila sopra la media).
I dati sono dell’European Forest Fire Information System (Effis). Sulla loro base Coldiretti ha condotto un’analisi che stima diecimila euro di danni per ogni ettaro «fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate».

Dall’inizio della stagione si contano cinque grandi roghi ogni giorno. Il 60% dipenderebbe dall’azione dei piromani, che si inserisce in un contesto caratterizzato da temperature sopra ogni media e siccità record.