Maternità surrogata, per il parlamento Ue lo sfruttamento è reato
Le commissioni Libé e Femm votano le nuove regole anti-tratta. Fd’I spera in uno spiraglio per il bando universale. Ma non è così
Le commissioni Libé e Femm votano le nuove regole anti-tratta. Fd’I spera in uno spiraglio per il bando universale. Ma non è così
Malgrado non sia il primo passo – checché ne dica il governo Meloni – per rendere la maternità surrogata «reato universale», lo sfruttamento della Gestazione per altri è stato inserito ieri dalle commissioni Libé (Libertà civili e giustizia) e Femm (Uguaglianza di genere) del Parlamento europeo tra i reati associabili alla tratta di esseri umani. Il testo che elenca le nuove regole anti-tratta, approvato con 69 voti favorevoli e 22 astenuti, delinea il quadro di nuove fattispecie di reato, tra cui il matrimonio forzato e l’adozione illegale, con l’intento di fornire alle forze dell’ordine dei Paesi membri ulteriori strumenti per combattere le organizzazioni criminali che sfruttano gli esseri umani. Il testo, come ha spiegato il socialista spagnolo Lopez Aguilar, «nasce da un accordo di cui hanno fatto parte i socialisti ma non Ecr», il gruppo a cui appartiene Fd’I. Socialisti e popolari hanno votato invece insieme contro la versione proposta dai liberali che avrebbe voluto reato soltanto la «maternità surrogata forzata». I negoziati con il Consiglio sono stati autorizzati dall’Eurocamera con 86 voti a favore, zero contrari e quattro astenuti.
PASSA IN SOSTANZA una visione già condivisa anche da chi propone di legalizzare la Gpa solidale. Mentre la destra italiana tenta di ascrivere alla propria parte politica, come fanno l’azzurra Licia Ronzulli e l’europarlamentare Vincenzo Sofo, la bozza fin qui approvata. Sofo, in particolare, parla di vittoria delle «forze conservatrici» europee trainate dai meloniani, che «nonostante i tentativi dei liberali e delle sinistre» sarebbero riusciti a mettere «un freno alla normalizzazione di un crimine aberrante». La polemica si accende e la prima a rispondere è l’europarlamentare del M5S Laura Ferrara, che bolla quella dei Fd’I come l’ «ennesima colossale bufala ai danni di genitori e bambini». Perché, dice, la destra confonde «la “maternità surrogata a scopo di sfruttamento riproduttivo”, indicata nel testo, con la gestazione per altri in forma altruistica». Sbotta anche la svedese Malin Björk, co-relatrice del testo, che definisce «patetico» il tentativo di Sofo di cantare vittoria: la bozza, dice l’esponente della sinistra, «non vieta la maternità surrogata in generale, né retribuita né non retribuita, ma la criminalizza nel contesto della tratta degli esseri umani».
MA È L’AVVOCATA Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Coscioni, a spiegare bene cosa è avvenuto ieri mattina a Bruxelles: «Il testo approvato non vuole inserire la tecnica della gravidanza per altri, in ogni sua forma, tra le ipotesi di sfruttamento della donna, bensì solo quella avente una finalità di sfruttamento riproduttivo. La proposta di modifica della direttiva 2011/36/Ue approvata, dunque, si pone in piena continuità con la posizione già espressa dall’Ue in materia – puntualizza l’avvocata a cui si deve lo smantellamento pezzo per pezzo della legge 40 sulla Procreazione assistita portata davanti alle corti italiane ed europee -: devono essere vietate le sole forme di sfruttamento della Gpa», non le «varie forme senza alcuna violazione dei diritti della persona» previo «consenso libero e manifesto della gestante».
LA BOZZA DELLE NUOVE regole anti-tratta deve ora passare la fase di negoziazione con il Consiglio e il voto in plenaria dell’intero Parlamento Ue. Soltanto quando sarà promulgata, aggiunge Filomena Gallo, si potrà «verificare se, a livello europeo, sarà normativamente previsto che la gravidanza per altri, ove posta in essere ai fini di sfruttamento riproduttivo, configuri l’illecito di sfruttamento di esseri umani». Un atto che peraltro, fa notare, «renderà più forte anche la nostra proposta di legge sulla Gpa solidale che è stata depositata al Senato da Ivan Scalfarotto e alla Camera da Riccardo Magi». La proposta di legge messa a punto dall’associazione Coscioni infatti già prevede modifiche all’articolo 600 del codice penale (Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù) con l’introduzione di «una “nuova” forma di riduzione in schiavitù, ovvero quella di chi riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa costringendola a portare avanti una gravidanza per altri magari approfittando di una “situazione di necessità”, come previsto dalla norma». L’avvocata Gallo si aspetta ora che la loro pdl venga «presto calendarizzata e che il tema sia finalmente trattato con il rispetto che la materia esige e non con proclami politici lontani dalla realtà dei fatti».
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