Visioni

«Materia fuori posto», corsa vertiginosa verso l’autodistruzione

«Materia fuori posto», corsa vertiginosa verso l’autodistruzioneUna scena da «Materia fuori posto»

Al cinema Il nuovo film di Nikolaus Geyrhalter, documentario «horror» sul rapporto tra umanità e pianeta. Una specie contro se stessa, il profitto di pochi a discapito dei molti, le immagini ipnotiche dell’abisso

Pubblicato più di un anno faEdizione del 22 giugno 2023

Svizzera, Albania, Nepal, Maldive, Austria, Grecia, Stati uniti. Questa è la lista di paesi che Nikolaus Geyrhalter ha scelto per girare il suo nuovo film Materia fuori posto, presentato lo scorso anno al Festival di Locarno e ora nelle sale italiane grazie a Mescalito Film che ha organizzato un vero e proprio tour, come ormai è consuetudine per certo tipo di prodotti cinematografici (per essere aggiornati sulla programmazione: www.mescalitofilm.com).

«MATERIA fuori posto si riferisce a qualsiasi oggetto o impatto non naturale per l’ambiente circostante», è la didascalia che appare all’inizio del documentario. E infatti come un detective, il regista austriaco ha seguito le tracce dell’innaturale girando per il mondo. Piste, in realtà, non difficili da scovare perché l’umanità esibisce se stessa senza alcun pudore. I segni della sua presenza sono ovunque, in superficie, sotto terra, negli angoli sperduti del mondo, negli abissi degli oceani, persino nello spazio, oltre l’atmosfera o quel che rimane di essa. «Scarica e copri, lontano dagli occhi lontano dal cuore», dicono all’inizio due tecnici che mappano le discariche di mezzo secolo fa. Aprono la terra per capire cosa vi sia sotto, chiedendosi come sia stato possibile destinare quei campi ad attività agricole. E poi richiudono.

Quando si cerca di definire la conoscenza, spesso si fa riferimento alla memoria prodotta da una o più esperienze, al carattere formativo della vita di un individuo moltiplicata per tutte le altre esistenze. E allora, precisamente, cos’è andato storto nel nostro sistema economico e sociale? Come è possibile che non sia stato recepito il carattere autodistruttivo del produrre oggetti che, rispetto al loro uso, durano molto più in qualità di rifiuti? Perché si insiste, nonostante certe evidenze, nella direzione di un suicidio di massa? Possibile che non si possa evadere dal nostro essere qui e ora, e che la caducità del presente abbia la meglio perennemente sull’apertura al futuro?

CERTO, per chi ci crede, la Terra è solo un punto di passaggio verso l’al di là e dunque si potrebbe giocare con le parole e interpretare la vita come un tragitto che dall’eternit conduca direttamente all’eternità. Ma scherzare su queste cose non è proprio consentito, siamo circondati da fantasmi più che reali che in ogni luogo hanno pagato con la morte e le malattie questo cieco senso di onnipotenza che poi altro non è che il bieco profitto ricavato dai pochi contro intere moltitudini.

Le immagini di Geyrhalter, peraltro, sono affascinanti, ipnotiche, inquietanti. Sono come la vertigine che spinge verso il vuoto, un’attrazione fatale per la fine e per ciò che sovrasta. Esiste anche un aspetto ludico intorno ai rifiuti, è sufficiente digitare su YouTube le due parole «camion immondizia» e compaiono numerosi video che riprendono l’attività quotidiana degli operatori ecologici e dei loro prodigiosi autocompattatori. Su Netflix, tra i cartoni animati, spicca Hank e il camion dei rifiuti. E poi l’immancabile automezzo in scala per far «divertire» i propri figli. D’altro canto, se intere generazioni di bambini hanno giocato con le pistole che sarà mai un piccolo oggetto di plastica difficile da smaltire, dotato di quattro ruote e una pila per la sonorizzazione?

TRA FASCINO e repulsione, Materia fuori posto è un documentario horror, un film che nell’atto di rivelare la realtà circostante mostra l’abisso. È un racconto itinerante, nel quale l’opera umana si è mostruosamente sovrapposta alla natura. Un viaggio che intercetta chi studia il fenomeno, chi prova a contrastarlo con atti di volontà, chi è costretto a trovare rimedi di fortuna e chi si organizza in modo più razionale e apparentemente più virtuoso, pur sapendo che nell’aggiungere all’infinito si finirà solo con il sottrarre spazio, aria, vita.
E, allora, ancor più di quanto appena detto, questo film è la rappresentazione tragica di una lotta dell’umanità contro se stessa, contro il proprio continuare a essere in un pianeta che, a sua volta, sopravviverà, memore di eventi catastrofici di ben altra portata nei milioni di anni. Se la natura avrà una memoria, ricorderà di un fastidioso animale che per un breve periodo si presentò in tutta la sua superbia e si estinse per vocazione.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.



I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento