«C’è solo una forma adatta a un racconto», ammoniva Mark Twain fra le pagine della sua Autobiografia, «e se non riesci a trovarla il racconto non si fa narrare»: lo scriveva a proposito delle Memorie della vita di Jeanne d’Arc, oggi riproposte dall’editore Mattioli 1885 (a cura di Livio Crescenzi, pp. 537, € 18,00): una biofiction (o romanzo biografico) che costò a Twain «dodici anni di preparazione» e almeno «sei partenze sbagliate» prima di approdare alla «via giusta». Ma perché il genio umoristico di Twain si riversò con tanto accanimento sulla tragica epopea spirituale di Giovanna d’Arco? E qual è...