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Manovra, accordo in extremis al Senato. Si vota il 22 dicembre

Manovra, accordo in extremis al Senato. Si vota il 22 dicembre

Bilancio Compromesso fra maggioranza e opposizione sui fondi e i tempi. Meloni ha già convocato la stampa per il giorno prima: sposterà?

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 15 dicembre 2023

Alla fine il braccio di ferro sulla legge di Bilancio si è concluso con un compromesso: al Senato si voterà tutto il 22 dicembre, fiducia compresa. Resta da vedere se Giorgia Meloni deciderà di spostare la conferenza stampa di fine anno, già fissata per il 21 quando non potrà crogiolarsi dell’approvazione della manovra, seppure in una sola camera. Il tutto mentre fino a ottobre Meloni si vantava del record di presentazione della legge di Bilancio.
In meno di due mesi le cose si sono ribaltate: solo l’accordo di ieri sera ha evitato un’approvazione dopo natale con il rischio dell’esercizio provvisorio.

ALLE 19 E 22 ARRIVA LA RATIFICA dell’accordo: approdo in aula al Senato mercoledì 20 dicembre e voto sulla fiducia il 22. Il testo potrà essere così incardinato già nel pomeriggio del 22 alla Camera.
Dopo giorni di stallo, con trattative serrate per sciogliere il nodo non solo del timing ma anche del «tesoretto» – circa 27 milioni per gli emendamenti dell’opposizione – e lo spauracchio dell’esercizio provvisorio, viene così sbloccato l’avvio dei lavori in commissione a Palazzo Madama.

LA GIORNATA ERA INIZIATA con lo scontro ancora aperto con le opposizioni, dopo il flop dell’ultima riunione. Gli incontri riprendono in tarda mattinata: in commissione Bilancio al Senato è un via vai frenetico. Le opposizioni escono scuotendo la testa. Non ci siamo ancora. Il governo propone di portare il testo della manovra in Aula al Senato il 21 dicembre con la fiducia, per poi votare la nota di variazione, tabelle e via libera finale il 22 mattina.
In questo clima di incertezza si profila anche il rischio di un testo approvato in commissione senza il mandato al relatore. Se l’obiettivo è questo lo dicano, è il messaggio che arriva dalla maggioranza.

GLI INCONTRI SI SUSSEGUONO per tutto il pomeriggio. Prende forma la possibilità di far slittare al 22 mattina il voto di fiducia. Se si consolida questa ipotesi, si può iniziare a sfoltire il fascicolo, aprono dall’opposizione. Nella Sala Koch, che ospita i lavori della commissione Bilancio, cominciano ad arrivare carrelli di faldoni. Ma è ancora una girandola di riunioni e telefonini roventi anche tra Camera e Senato, con i tecnici che devono dare il via libera ad una tempistica molto stretta. Il risultato alla fine arriva.

«È UN ACCORDO CHE RISPETTA i diritti sacrosanti dell’opposizione e che ci consentirà di rispettare i diritti anche della Camera, consentendo di arrivarci prima di natale», dice il sottosegretario all’economia Federico Freni, che ringrazia il ministro Ciriani (che era ad Atreju per la «capacità di mediazione».

«Ha vinto la ragione, con il voto previsto il 22 mattina si potrà fare un percorso ordinato che consente di dare dignità al ruolo del Parlamento e affrontare gli emendamenti in Commissione, discutere e approfondire senza inganni. Non possiamo pensare a percorsi diversi tra emendamenti del governo, della maggioranza e dell’opposizione», spiega Daniele Manca, senatore del Partito democratico.

In serata si sono conclusi i voti in commissione Bilancio: respinti tutti gli emendamenti relativi all’articolo 1 e 2 del ddl Bilancio. Sarebbe stato accantonato l’emendamento di Enrico Borghi (Iv) che prevede un aumento, per il 2024, dai 50 ai 70 milioni di euro del Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti. Da domenica pomeriggio, dovrebbero essere esaminati, invece, gli emendamenti da approvare.

L’ufficio di presidenza in serata ha deciso di riprendere oggi alle 10. Sempre in mattinata, le opposizioni dovrebbero indicare i temi particolaramente attenzionati su cui discutere nel corso della seduta. Nella giornata di domenica, invece, si dovrebbe procedere all’esame degli emendamenti di governo e relatori.

INTANTO SI È CHIUSO L’ITER del decreto collegato alla manovra, il cosidetto Anticipi, che ottiene il via libera definitivo alla Camera con 174 voti favorevoli e 115 contrari. Arrivano altri fondi per il bonus psicologo, la proroga dello smart working per i genitori di under 14 nel privato, lo slittamento dei tempi di pagamento per le prime due rate della rottamazione (c’è tempo fino a lunedì 18 dicembre) e il reintegro della gestione della A24-A25 al gruppo Toto.

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