Majorino chiude ai renziani: «Nella foto di gruppo non ci sono assenti»
Intervista alla senatrice del M5s «Chi paventa il rischio che di scioglimento nel Pd non sa quello che dice. Si va avanti con sicurezza: siamo diversi ma lavorare in comune sui temi adesso è un dovere morale»
Intervista alla senatrice del M5s «Chi paventa il rischio che di scioglimento nel Pd non sa quello che dice. Si va avanti con sicurezza: siamo diversi ma lavorare in comune sui temi adesso è un dovere morale»
«Nella foto di gruppo alla festa di Avs non ci sono assenti». Alessandra Majorino, vice capo gruppo in Senato del Movimento 5 Stelle liquida così il dibattito sull’eventuale ingresso di Renzi nel campo largo o progressista, come preferiscono chiamarlo i contiani.
Forse non è solo questione di nomi, durante l’incontro dei giovedì sera a parco Nomentano, Conte e Magi si sono scontrati sulla guerra.
Il pubblico ha fatto capire come la pensa. C’è un sentimento pacifista che è cresciuto dopo due anni di conflitto e anche le persone che prima sostenevano da sinistra le ragioni dell’intervento in Ucraina hanno capito che in questo lungo periodo non si è risolto nulla, se non avere morti e distruzione. Questo sentimento è stato trascurato da i leader progressisti ed è un dato meramente politico e non di calcolo elettorale. +Europa non è stata sempre accogliente con noi, per usare un eufemismo, dovrebbero avere un atteggiamento più costruttivo, facendo tesoro dell’esperienza di Avs.
In che senso?
Una parte del successo del gruppo di Bonelli e Fratoianni alle elezioni europee è dovuta alla posizione chiara che hanno assunto sulle guerre, sono riusciti a interpretare il sentimento di una vasta parte dell’elettorato progressista.
Anche il Pd però non è sempre chiaro su questo tema. Una sintesi sembra difficile
Le differenze interne verranno superate se c’è una reale volontà politica di costruire il campo progressista. Dentro tutti e tre i partiti, M5S, Dem e Avs, ci sono persone che vogliono impegnarsi per dare una alternativa al Paese. Grazie a queste forze trasversali si potrà creare un progetto di alleanza non effimero, come quelli che storicamente a sinistra si sono sgretolati. Mi auguro che adesso si possa cambiare, abbandonando l’ossessione dell’identità: se si è certi del proprio profilo si fanno accordi con sicurezza.
Quest’ultima frase sembra rivolta più che altro alle questioni interne al Movimento, allo scontro tra il presidente Conte e il garante Grillo.
C’è dibattito eterno al nostro interno: Pd si e Pd no. Adesso abbiamo aperto una costituente, on line sono arrivate migliaia di proposte. Io conosco bene la base del M5S, attivisti e militanti sono molto maturati in questi anni e ho enorme fiducia nella capacità dei nostri elettori nel cogliere la complessità di questi tempi. Abbiamo una identità chiara, non abbiamo paura di confrontarci. Chi paventa il rischio che di scioglimento nel Pd non sa quello che dice. Si va avanti con sicurezza: siamo diversi ma ciò non vuole dire che non si possa lavorare in comune sui temi. Dobbiamo riconoscerci per farci riconoscere.
Avete problemi di insicurezza?
No, ma è un dato di fatto che siamo il lievito di questa coalizione e dobbiamo dircelo fra noi. A partire dal reddito di cittadinanza, che adesso tutti difendono, fino al salario minimo. Certo sarebbe bello che anche il resto dei partiti del centro sinistra riconoscessero il contribuito che abbiamo dato e stiamo dando.
State per aprire dei tavoli insieme, ad esempio sul congedo di paternità che era una sua proposta
Che è stata abbracciata anche da Elly e la vuole portare avanti con determinazione. A dimostrazione che sui temi, come sullo Ius Scholae, si possono avviare percorsi fruttuosi, lavorando insieme nelle commissioni parlamentari. Sul piano politico questi tavoli sono molto utili ed è un dovere morale provarci in questo momento. E poi c’è la lotta contro l’autonomia differenziata che ci vede insieme nelle piazze: una battaglia campale che racchiude in sé tutte le battaglie contro le disuguaglianze, geografiche, economiche, sociali.
Ma non con Renzi.
Italia Viva ha una visione della società liberista e liberale che diverge totalmente dalla nostra. Renzi butta insulti sul personale per convenienza, deve reclamare un posto, ma la questione è politica: non riesce ad abiurare alle sue idee nefaste, che tanto danno hanno fatto al paese nonché a lui stesso, come il Jobs Act e la Buona Scuola. Se l’obiettivo è costruire un campo non largo ma coeso, non c’erano assenti in quella foto.
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