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Mafia ad Aprilia, arrestato il sindaco di Forza Italia

Aprilia (Lt), l’operazione della Dia che ha portato all’arresto del sindaco Leonardo PrincipiAprilia (Lt), l’operazione della Dia che ha portato all’arresto del sindaco Leonardo Principi

Lazio Per la procura Leonardo Principi avrebbe ottenuto voti in cambio di favori a imprenditori vicini al clan, che controllava il Comune

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 4 luglio 2024

Leonardo Principi, sindaco di centrodestra di Aprilia, una cittadina di 75 mila abitanti in provincia di Latina, è stato messo ieri agli arresti domiciliari dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma. Il sindaco, che è iscritto a Forza Italia, è indagato per voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la procura della Repubblica di Latina, durante la campagna elettorale del 2018 avrebbe accettato duecento voti – sui 453 in totale ottenuti – da due imprenditori ritenuti vicini all’organizzazione mafiosa. In cambio avrebbe affidato alle loro ditte lavori pubblici come il servizio di pulizia delle caditoie stradali, avrebbe assunto il figlio di un imprenditore e accelerato pagamenti per 187 mila euro che dovevano ottenere dall’amministrazione comunale.

SECONDO I MAGISTRATI, Principi avrebbe anche promesso l’autorizzazione all’installazione di cartelloni video per la pubblicità, avrebbe assegnato a una ditta di un altro esponente dell’organizzazione l’installazione dei dispenser dell’acqua negli edifici pubblici e avrebbe concesso una sanatoria di una casa abusiva. Inoltre, avrebbe assicurato «il proprio sostegno per ogni bisogno e pretesa da parte dei membri della consorteria».

AVREBBE ANCHE IMPEDITO al Comune di costituirsi parte civile contro uno degli esponenti dell’organizzazione criminale, Patrizio Forniti, imputato per un agguato a colpi di kalashnikov ai danni di un imprenditore di Pomezia. Insieme a lui, tra gli indagati ci sono anche l’ex sindaco Antonio Terra e l’ex assessora ai lavori pubblici Luana Caporaso.

PRINCIPI, che è un consulente del lavoro ed è entrato per la prima volta in consiglio comunale nel 2002, nel 2018 fu eletto in una delle liste civiche collegate ad Antonio Terra, che all’epoca si opponeva al centrodestra. Una volta vinte le elezioni, Terra lo nominò vicesindaco e assessore alle Finanze, Tributi, Personale, Affari Generali e alle Aziende partecipate. Nel maggio del 2023 è poi stato eletto sindaco con una coalizione di centrodestra di cui facevano parte Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, battendo al secondo turno la sua ex compagna di giunta Luana Caporaro.

SECONDO GLI INQUIRENTI, il comune era controllato sia dal punto di vista economico che amministrativo da un’organizzazione mafiosa «autoctona» in rapporti con esponenti della ’ndrangheta e della camorra. La Dda ieri mattina ha arrestato 25 persone con accuse che vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione, all’usura, a reati contro la pubblica amministrazione e al traffico di sostanze stupefacenti.

LE INDAGINI SONO COMINCIATE nel 2018. Secondo i magistrati, l’organizzazione malavitosa si era avvicinata a clan della ’ndrangheta e della camorra che si sono trasferiti nel Lazio, però avevano costituito un’organizzazione «autoctona» che controllava i traffici di droga, prestava soldi con tassi da usura e controllava gli appalti e i servizi pubblici attraverso i legami con la politica, spesso utilizzando metodi intimidatori.

IN CONFERENZA STAMPA, ieri il procuratore di Roma Francesco Lo Voi ha detto che quest’indagine è la conferma che la mafia nel Lazio «c’è e continua ad adeguarsi e operare». A suo parere, si tratta di «gruppi che hanno tutti le stesse caratteristiche di quelli che si trovano a Corleone, Partinico e in altri comuni della Sicilia e della Calabria».

L’INCHIESTA IMBARAZZA il governo Meloni, che ben presto potrebbe trovarsi a dover decidere lo scioglimento per infiltrazioni mafiose di un Comune controllato dalla stessa maggioranza in una zona, come l’agro pontino, considerata un importante serbatoio di voti per la destra. Ad Aprilia, alle elezioni europee di giugno Fratelli d’Italia ha ottenuto il 36,6 per cento dei voti, la Lega il 7 per cento e Forza Italia il 7,3 per cento. La presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, che è di Fratelli d’Italia ed è stata eletta proprio a Latina, ieri ha chiesto alla procura della Repubblica di poter accedere agli atti dell’inchiesta.

 

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