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Macron: «Li libereremo, noi stiamo trattando»

Macron: «Li libereremo, noi stiamo trattando»

La Francia vieta le manifestazioni pro-palestinesi, ma a Parigi place de la République si riempie

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 13 ottobre 2023

La Francia è a fianco di Israele, senza «se» e senza «ma», «la lotta contro il terrorismo non può sostituire la ricerca della pace». Sei giorni dopo l’attacco di Hamas, Emmanuel Macron, ieri sera in un intervento tv, ha condannato «l’attacco terrorista più tragico della storia» di Israele, «una barbarie». «Israele ha il diritto di difendersi eliminando i gruppi terroristici, compreso Hamas, attraverso azioni mirate, ma preservando la popolazione civile, perché questo è il dovere della democrazia», ha specificato il presidente francese rivolgendo un appello al paese a «restare uniti». Dopo aver già fatto fronte al terrorismo, «all’antisemitismo» e ai «pregiudizi» che hanno colpito i musulmani, «lo scudo dell’unità ci proteggerà», ha detto: «Non importiamo da noi avventure ideologiche», «l’odio», difendiamo i «nostri valori di fraternità e di laicità»: la Francia porta un «messaggio di pace per il Medioriente», che comporta «sicurezza di Israele» e «uno stato palestinese».

IL TIMORE DELLE AUTORITÀ è di importare il conflitto in Francia, paese dove risiedono le due più importanti comunità ebraica e musulmana d’Europa, mentre il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha recensito più di un centinaio di atti anti-semiti dal 7 ottobre, sinagoghe e scuole ebraiche sono sotto protezione, ma «non esiste alcuna minaccia terroristica islamica».

Le famiglie degli ostaggi, da Tel Aviv, con le foto dei rapiti, hanno chiesto ieri solennemente a Macron di agire per la liberazione dei loro cari. Tredici francesi sono morti in Israele e ci sono 17 ostaggi, tra cui 4 bambini. La famiglia Perez, dopo il massacro del padre, ha sporto denuncia in Francia per «crimini contro l’umanità» contro Hamas. Macron nel discorso in diretta tv ha promesso: «La Francia non abbandona mai suoi figli» assicurando di «fare tutto il possibile». Sono in corso «negoziati con intermediari» per la liberazione degli ostaggi, ha detto il presidente nell’incontro del mattino con i capi dei partiti rappresentati al Parlamento. La convocazione del “formato Saint-Denis”, l’ultima idea del presidente per tentare di rilanciare un dialogo tra le forze politiche, serviva per discutere la posizione della Francia nel dramma in corso in Israele e a Gaza: Parigi non ha sospeso gli aiuti ai palestinesi (95 milioni nel 2022).

Intanto la sinistra è a pezzi, la Nupes sul bordo dell’esplosione, non solo tra le forze che la compongono (Lfi, Pcf, Ps, Ee-Verdi, Générations), ma anche all’interno della componente maggioritaria, La France Insoumise, con uno scontro frontale tra Jean-Luc Mélenchon (e suoi i fedelissimi), che hanno rifiutato di definire «terrorista» l’attacco di Hamas e François Ruffin, che ha espresso, come altri, malessere per questa posizione: «Non siamo all’altezza» del dramma. Mélenchon ha poi cercato di spiegarsi in qualche modo: «Se accettiamo di caratterizzare una guerra come azione terroristica, la stiamo rimuovendo dal diritto internazionale».

IL MINISTRO DARMANIN, intanto, ha proibito tutte le manifestazioni pro-palestinesi in Francia. Ieri sera c’è stata comunque una riunione di centinaia di persone in place de la République a Parigi, dispersa con i lacrimogeni. Il 10 ottobre, quasi tutte le forze politiche, da Lr al Ps e ai Verdi, hanno partecipato alla manifestazione al Trocadero per denunciare la barbarie dell’attacco di Hamas. Era presente anche il Rassemblement national (ma non Marine Le Pen), che effettua così un nuovo passo verso la “normalizzazione” nel panorama politico. L’ex primo ministro, Dominique de Villepin, passato alla storia per il discorso all’Onu contro la guerra in Iraq quando era ministro degli Esteri, ha cercato di inquadrare la tragedia in atto, sottolineando che la Francia ha sempre difeso la soluzione a due stati: il diritto alla legittima difesa (di Israele) non è un diritto alla vendetta indiscriminata (contro la popolazione di Gaza), ha affermato.

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