Ma Il primo cargo di grano parte dal porto filorusso di Berdiansk
Esportazioni ucraine secondo Putin, «ci sono altre possibilità di esportazione: attraverso la Romania e il Danubio; il Mar Nero oppure la Polonia, la Bielorussia, e i porti del Mar d'Azov»
Esportazioni ucraine secondo Putin, «ci sono altre possibilità di esportazione: attraverso la Romania e il Danubio; il Mar Nero oppure la Polonia, la Bielorussia, e i porti del Mar d'Azov»
Da Ashgabat, in Turkmenistan, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin ha di nuovo preso parola sul grano ucraino. «Noi non impediamo l’esportazione di grano ucraino – ha dichiarato il leader del Cremlino – le autorità militari ucraine hanno minato gli accessi ai loro porti e nessuno impedisce loro di rimuovere le mine e far partire le navi cariche di grano».
Inoltre, sempre secondo Putin, «ci sono altre possibilità di esportazione: attraverso la Romania e il Danubio; il Mar Nero oppure la Polonia, la Bielorussia, e i porti del Mar d’Azov». È significativo notare che tali dichiarazioni arrivano nel giorno in cui la prima nave russa carica di grano prodotto in Ucraina prima della guerra ha lasciato il porto occupato di Berdiansk. Secondo i media russi la nave trasporta circa 7 mila tonnellate di grano e potrebbe trattarsi solo della prima spedizione.
Dal canto loro, gli ucraini hanno subito accusato i nemici di «vendere il grano rubato agli ucraini». Nella giornata di ieri la notizia principale dal punto di vista degli schieramenti sul campo è stata sicuramente la ritirata russa dalla famosa “Isola dei Serpenti”, uno dei simboli di questa guerra, occupata i primi giorni dopo l’invasione. Il comando operativo “Sud” delle forze di Kiev da giorni parlava dell’operazione in corso sull’isola e oggi ha annunciato la distruzione di un sistema missilistico “Pantsir-1”, oltre che di diversi veicoli corazzati e di un manipolo di 40 uomini.
Da Mosca hanno fatto sapere che «nonostante la parte ucraina sta cercando di trasformarla in una vittoria» si tratta di un modo per «preservare la vita dei soldati e delle forze armate della Federazione Russa» oltre che di un passo per «evitare ulteriori provocazioni da parte delle Forze armate ucraine e accuse contro la Federazione Russa di creare ostacoli all’esportazione di grano verso i porti di paesi terzi».
In altri termini, come hanno chiosato molti media russi, si tratterebbe di «un gesto di buona volontà». In molti hanno ricordato che quest’ultima espressione era stata usata dal ministro degli esteri di Mosca, Sergej Lavrov, anche in occasione del ritiro delle truppe russe dall’area di Kiev e dal nord dell’Ucraina. Da allora sono trascorsi due mesi e la guerra continua, i bombardamenti si sono intensificati e il numero di vittime civili aumenta di giorno in giorno.
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