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L’ultimo consiglio è un Salvini show: «Sburocratizziamo»

L’ultimo consiglio è un Salvini show: «Sburocratizziamo»Un consiglio dei ministri del governo Meloni – Foto LaPresse

Signor Commissario Nella conferenza stampa il leghista si intesta il decreto Asset: commissari per investimenti sopra il miliardo e ponte di Messina

Pubblicato circa un anno faEdizione del 8 agosto 2023

È un vero e proprio Salvini show la conferenza stampa dopo l’ultimo consiglio dei ministri. Giorgia Meloni lascia al leder della Lega e suo vice gigioneggiare davanti alle telecamere con soddisfazione straripante per i tanti provvedimenti da lui richiesti e dal governo approvati.

Con il dovuto rispetto istituzionale, si potrebbe dire: alla faccia dei richiami del presidente Mattarella, l’ultimo consiglio dei ministri prima della sosta agostana approva due decreti: Giustizia e Asset. L’urgenza – nell’idea di Giorgia Meloni – riguarda le pene per i piromani nonché gli effetti di una sentenza della Corte di cassazione sulle intercettazioni – per il decreto Giustizia – e per non rischiare di perdere investimenti già in atto e futuri e a salvaguardare l’attività di settori strategici ed enti locali – per il decreto Asset.

Vedremo – quando i testi saranno pronti – se il Quirinale ravviserà anch’esso gli estremi per la decretazione d’urgenza.

Matteo Salvini, vicepremier, ministro delle Infrastrutture e leader della Lega

La novità più rilevante riguarda però la creazione di un nuovo super commissario, uno dei tanti già istituiti in soli nove mesi di governo. Si prevede che per gli investimenti sopra un miliardo di euro e riconosciuti dal Mimit – il ministero di Salvini – come investimenti di preminente interesse strategico nazionale, viene introdotta la possibilità di «nominare un commissario straordinario di governo che assicura il coordinamento e l’azione amministrativa necessaria per la tempestiva ed efficace realizzazione». Come dire: porte spalancate al Ponte di Messina e a tutte le colate altre colate di cemento, spianando la strada a costo di cambiare le regole in corsa. Con buona pace delle parole di Don Ciotti sul rischio di aiutare mafia e ndrangheta e del rischio idrogeologico in mesi di alluvione e distruzioni che imponeva di ridurre l’utilizzo del suolo.

NONOSTANTE LE POLEMICHE dei giorni scorsi, saltato poi il tetto di 240 mila euro di compensi per chi lavorerà alla società per lo stretto: «Zero polemiche – ha commentato Salvini – sono gli stessi importi previsti per la Società del Giubileo 2025, se vogliamo partire l’anno prossimo con i cantieri per la secondo più grande opera al mondo serve pagare gli ingegneri, reclutando i migliori sul mercato, dove guadagnato dieci volte tanto. Non è un favore ai privati, è un favore agli italiani». Parole d’ordine: «Sburocrattizare, velocizzare», gongola Salvini.

Il leader leghista, in assenza pure del collega di partito Giorgetti, si intesta l’altra norma a sorpresa: il prelievo sugli extraprofitti delle banche del 2023 «che frutterà alcuni miliardi per finanziare il taglio delle tasse e aiutare le famiglie per l’aumento dei mutui» “alcuni miliardi” per la manovra.

SUI PIROMANI LE PENE vengono inasprite: da quattro a sei anni di reclusione per incendio doloso, da uno a due anni per quello colposo. Viene aggiunta poi un’aggravante: un aumento di pena da un terzo alla metà se il fatto è commesso «con abuso dei poteri o con violazione dei doveri (…) di prevenzione e lotta contro gli incendi al fine di trarne profitto».
A Nordio invece tocca spiegare la sua mutazione da garantista in pro-procure: intercettazioni estese alle indagini per reati legati al traffico di rifiuti, alle fattispecie aggravate dal metodo mafioso, ai sequestri di persona con finalità estorsive e al terrorismo. Per tutte si crea un archivio centralizzato dove conservarle.

In questo modo l’esecutivo è corso ai ripari dopo che la sentenza 34895 della Cassazione nel 2022 aveva rischiato «effetti dirompenti su processi in corso per reati gravissimi», aveva sottolineato la premier Meloni.

Nel provvedimento sono previste anche fondi dall’8 per mille per il recupero dei tossicodipendenti e misure che eliminano le ultime disposizioni precauzionali di contrasto al Covid: fine totale della quarantena.

OLTRE AI DECRETI, il Cdm di ieri sera ha varato tutta un’altra serie di disegni di legge e provvedimenti tanto da far usare – non correttamente – l’espressione «decreto omnibus» per tenere assieme il tutto. Dalla lotta al granchio blu al cambio della struttura dei ministeri della Cultura, della Transizione ecologica e dell’Agricoltura, fino a l’istituzione del premio «maestro dell’arte della cucina italiana».

Salta invece l’innalzamento dei limiti per i campi elettromagnetici per il 5G, che aveva agitato scienziati e ambientalisti, denunciata domenica dal manifesto.

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