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L’orgoglio queer non è in vendita. A Roma una piazza alternativa al Pride

L’orgoglio queer non è in vendita. A Roma una piazza alternativa al Pride

Oggi, 1 giugno Alle 18 a Piazza dei Mirti, nel quartiere di Centocelle, il coordinamento di associazioni e collettivi Priot, porta in piazza i contenuti più radicali e non monetizzatile dell'orgoglio lgbtq+

Pubblicato più di un anno faEdizione del 1 giugno 2023

Lontano dal patinato centro storico e al calar del sole, un corteo anti-istituzionale prenderà le distanze – nello spazio e nel tempo, ma non solo – dal coloratissimo Roma Pride del 10 giugno. Inaugurando il mese dell’orgoglio Lgbtqia+, il Priot Pride partirà oggi alle 18 da piazza dei Mirti, per poi snodarsi tra le strade di Centocelle.

Dietro l’organizzazione c’è il coordinamento romano Priot – acronimo di Pride Romano Indecoroso Oltre Tutto –, una rete di collettivi queer e transfemministi nata a febbraio di quest’anno. Passando da via dei Castani verso via Prenestina, alla tappa finale di Villa Gordiani si arriverà solo dopo il tramonto: «perché la notte e le strade sono nostre e siamo noi a renderle sicure» scrivono in un comunicato sui social.

Il corteo si proclama come l’alternativa radicale e dal basso a un Pride che ha perso la sua originaria conflittualità per scendere a compromessi con sponsor e istituzioni. Con lo slogan «Queer non è un brand», il Priot rifugge lo sfruttamento capitalista dei diritti da parte delle multinazionali e rifiuta l’uso strumentale che ne fanno le istituzioni.

Amministratori che «sventolano la bandiera arcobaleno un mese all’anno» per auto-promozione, per poi lasciare inattuate le politiche in favore della comunità Lgbtqia+. Nel mirino finisce anche il sindaco Gualtieri, complice di aver concesso il patrocinio, poche settimane prima, agli Stati generali della natalità, dando la possibilità al mondo cattolico di diffondere soluzioni patriarcali di difesa della famiglia tradizionale.

Quella del Pride viene vista poi come una parata di corpi conformi ai paradigmi di bellezza dominanti, che vengono esibiti per «renderci digeribili e normalizzati», continuano. E allora, attraverso zone marginali della città che ospitano persone marginalizzate, ci si vuole riprendere uno spazio rubato, per dare voce a rivendicazioni che vanno oltre il classico slogan «love is love», considerato parziale e ormai superato.

Non solo il Pride, il Priot intende anticipare anche la parata militare del 2 giugno, portatrice di logiche nazionaliste violente e oppressive, per contrapporle una lotta intersezionale che sia anche antirazzista, ecologista e antifascista.

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