Nel centrodestra ognuno ha la sua croce. Quella di Giorgia Meloni è il passato in nero, arma che nel corso delle precedenti sfide elettorali si è rivelata spuntata. Quella di Matteo Salvini è il presente nella migliore delle ipotesi non ostile a Putin, ed è una lama molto più affilata. COSÌ, MENTRE in Parlamento e sui media infuria la polemica per le «rivelazioni» della Stampa sui rapporti tra Lega e Mosca, sorella Giorgia, di fronte alla Direzione del suo galoppante partito, deve prodursi nel più stentoreo giuramento di imperitura fedeltà atlantica : «Saremo garanti senza ambiguità della collocazione italiana e...