Lo stress test delle trattative sulla cittadella dello stadio di Tor di Valle rischia di sfilacciare ulteriormente il M5S romano. Ecco allora che arriva l’intervento di Beppe Grillo, a raffreddare gli animi: «Basta liti e divisioni che servono solo a rinfocolare le chiacchiere», dice spazientito a proposito del dissenso sul progetto interno all’amministrazione Raggi. Con i malumori per la prima volta percepibili anche nel finora blindatissimo gruppo pentastellato in Consiglio comunale, arriva l’intervento a gamba tesa di Roberta Lombardi. L’arcinemica di Virginia Raggi era stata già messa a tacere nelle settimane scorse: ecco allora che dopo aver sfidato più volte la linea del Campidoglio aveva firmato diversi post tesi a rassicurare i vertici del M5S dopo che Grillo aveva blindato la sindaca.

ORA LOMBARDI torna sul piede di guerra e scrive su Facebook: «Mi auguro che l’amministrazione capitolina faccia la scelta giusta e chieda al proponente di avanzare un nuovo progetto che rispetti la legge e la capitale – afferma Lombardi – Un milione di metri cubi e uno stadio, un solo stadio. Grattacieli, business park, l’equivalente di oltre 200 palazzi in una zona disabitata da secoli. Sapete perché? Perché è a fortissimo rischio idrogeologico. Se non è questa una grande colata di cemento, allora cos’è?».

Lombardi non parla delle soluzioni «eco-sostenibili» che la giunta starebbe perseguendo. «Questo non è un progetto per la realizzazione di uno stadio – prosegue – È un piano di speculazione immobiliare che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro Piano regolatore, nell’esclusivo interesse di fare profitto sulle nostre spalle». Poi si produce in quello che suona come un monito: «Per anni i costruttori a Roma hanno fatto così: compravano terreni e poi si accomodavano le destinazioni, rendendole edificabili, grazie alla compiacenza della politica. Ebbene, il M5S questo non può permetterlo. Siamo arrivati al governo della capitale garantendo che avremmo segnato un punto di discontinuità con il passato».

GRILLO cerca di frenare le critiche interne e pare si rivolga proprio a Lombardi: «Sullo stadio decidono la giunta e i consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro», scrive sul blog. In precedenza aveva già stabilito che il diritto di parola fosse riservato ai rappresentanti istituzionali: «Gli unici titolati a parlare, in nome e per conto del M5S, sono gli eletti».

Da lunedì il leader sarà a Roma per qualche giorno per fare il punto sulla questione, che a questo punto viene percepita come dirimente. Lombardi cerca di metterci una pezza: «Verso la giunta e l’amministrazione il massimo sostegno, i dubbi espressi dalla sottoscritta sul progetto sono gli stessi evidenziati da Virginia nel post apparso due giorni fa sul blog di Grillo». In verità, la dichiarazione della sindaca era di tutt’altro tono: si era preoccupata di dire che il progetto dello stadio era ormai esecutivo e che al massimo si potevano apportare dei correttivi. Però Raggi incassa il parziale dietrofront: «Se dice che ha le mie stesse perplessità, va bene così».

E DANIELE FRONGIA, ritenuto da molti il capofila della linea pro-stadio, se la prende con l’ex assessore Paolo Berdini: «Su un progetto così importante c’è una discussione come è lecito che sia. Dobbiamo compensare il tempo perso da Berdini». Frongia ha anche spiegato che la delibera approvata sotto la giunta Marino non basterà a far andare avanti la pratica, come alcuni auspicavano: dunque un Consiglio comunale che rischia di essere lacerato dovrà esprimersi. «Stiamo portando avanti le nostre riflessioni, ma il gruppo è compatto», dice la presidente della commissione urbanistica Donatella Iorio. Per la consigliera Eleonora Guadagno, però, «Lombardi ha voluto ribadire la linea del M5S. Stiamo cercando di capire come convogliare queste linee: siamo contrari alla cementificazione però favorevoli a quello che è un nuovo sviluppo legittimo».

DIFESA IN UN SIT-IN di attivisti in Campidoglio con cartelli «Virginia non sei sola» e «non mollare , Raggi due giorni fa aveva sostenuto che l’eventuale bocciatura del progetto avrebbe un’azione legale da parte dell’As Roma. Su questi aspetti sta lavorando l’avvocato Luca Lanzalone, che dal M5S nazionale è arrivato in Campidoglio a dare man forte sulle questioni da dirimere.

Nel frattempo arriva il parere di Alessandro Canali, che coordina il gruppo legale del M5S in Regione: «I consiglieri comunali non rischiano di dover risarcire personalmente la Roma se votano un’altra delibera sul progetto dello stadio. Possono decidere in libertà e autonomia». A riprova della tensione, dal gruppo regionale fanno sapere che l’avvocato si esprime «a titolo personale».

Per dirimere la materia circola anche l’ipotesi di prorogare la dead-line del prossimo 3 marzo.