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L’occupazione Otomì «ospita» tutta la città

L’occupazione Otomì «ospita» tutta la cittàLa Casa de Los Pueblos y las Comunidades Indígenas – Andrea Cegna

Messico Nel palazzo Ispi della capitale messicana una casa per i venditori informali ma anche luogo di dibattiti e iniziative politiche

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 10 gennaio 2024

In piena pandemia, il 12 ottobre 2020, la comunità Otomì di Città del Messico entra in una delle sedi dell’Inpi, Istituto Nazionale dei Popoli Indigeni, quella di Coyaocan, e “chiede” a lavoratori e lavoratrici di uscire dallo stabile perché lo deve occupare. Chi riceve la comunicazione è incredulo, non oppone resistenza, spegne i computer ed esce. Nasce così La Casa de Los Pueblos y las Comunidades Indígenas, «Samir Flores Soberanes», una sede socio/politica punto di riferimento del Congresso nazionale indigeno nella capitale. L’occupazione risponde a tre richieste storiche poste dalle comunità indigene che migrano in città: il diritto all’abitare, il diritto al lavoro degno per venditori e venditrici di strada, giustizia sociale.

FINO AL TERREMOTO del 2017 la comunità Otomì occupava uno spazio nel quartiere Roma. Dopo essere stati sgomberati hanno vissuto per strada a causa della precarietà di vita del venditore informale e del costo degli affitti in città. Ora sono almeno in 50 a vivere nel palazzo dell’Inpi, tra il primo e secondo piano. Al quarto invece è stato creato un salone che può ospitare iniziative, ma anche persone, e dove vengono organizzati dibattiti e presentazioni di libri, riunioni di movimenti sociali. Insomma è uno spazio sociale aperto alla città. Le comunità indigene del nord e del sud del paese che aderiscono al Cni, quando devono andare dall’altra parte del Messico, o nella capitale, si appoggiano qui. Proprio qui si sono riunite centinaia di persone per poi prendere alcuni autobus collettivi e andare alle celebrazioni per i 30 anni della rivolta zapatista il 1 gennaio 2024. L’occupazione dell’Inpi di Coyoacan permette alle persone della comunità Otomì di organizzare anche il loro lavoro di venditori di strada. Dentro le mura di Avenida Mexico Coyoacán 343 hanno recuperato, grazie alla solidarietà della città, i macchinari per produrre le bamboline di pezza che vendono nei vari mercati, e altri prodotti d’artigianato. Allo stesso tempo organizzano i loro spostamenti in città e la resistenza quando la polizia cerca di sgomberarli dalle piazze dove vendono.

In Messico, secondo dati del governo in carica, sono 61 milioni i lavoratori e le lavoratrici attivi. Ben il 55.1% lavorerebbe in maniera informale, anche se il sistema tributario del paese sostiene, invece, che solo il 16.18% della popolazione economicamente attiva paghi le tasse. Ciò fa intuire, oltre ad una importante componente di evasione fiscale, che il lavoro informale rappresenta una fetta di popolazione ben superiore a quella indicata dai dati ufficiali. La possibilità di vendere per strada è determinata da continue trattative con le autorità: l’occupazione dell’Inpi serve anche a costruire un rapporto di forza che permetta di strappare accordi.

UOMINI E DONNE Otomì denunciano l’impossibilità di accedere a servizi educativi adeguati per i figli, anche perché le scuole pubbliche non garantiscono più l’assistenza pomeridiana e il costo delle scuole private è troppo alto. Altro problema legato all’istruzione è il costo delle mense scolastiche, troppo alto per chi vende per strada. Di fatto gli Otomì chiedono una città dove anche i più poveri possano vivere con dignità. Così nella Casa de Los Pueblos c’è un piccolo ambulatorio medico che garantisce interventi pediatrici e di primo soccorso. L’occupazione ha creato una reale alternativa ai bisogni negati.
A ottobre, la politica messicana ha cercato invece di sgomberare il palazzo. La risposta è stata organizzata e determinata, con blocchi e resistenza di strada. Il tentativo di sgombero è fallito, la Casa de Los Pueblos è ancora occupata e così si continua, in autonomia, a rispondere da soli alle richieste, ancora inevase, di vita degna poste alla politica.

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