L’agenda di Trump continua a manifestarsi per ciò che è: un programma di destrutturazione, privatizzazione e per di più xenofobo. E continuerà a confermarsi in quanto tale quando, nelle prossime settimane, la Casa bianca presenterà il piano per ridurre il finanziamento delle infrastrutture nazionali da parte del governo federale per affidarlo a bilanci degli stati, delle città e alle imprese private, che dovranno sostenere la maggior parte dei costi di ricostruzione di strade, ponti, ferrovie e vie navigabili.

Oltre a ciò lunedì Trump ha presentato il programma per privatizzare il sistema di controllo del traffico aereo americano; il progetto va nella stessa direzione ed è quello di rivolgersi a una società privata che utilizza sistemi di monitoraggio basati sul satellite, piuttosto che su i radar di terra, per guidare i voli negli Stati uniti.

IL GOVERNO non avrebbe costi, ha detto Gary Cohn, direttore del Consiglio Economico Nazionale e architetto del piano per l’infrastruttura, perché una società di nuova costituzione finanzierebbe l’intera impresa, utilizzando prestiti per gestire i costi iniziali delle attrezzature e delle altre necessità imprenditoriali.

Il piano di rinnovo delle infrastrutture, invece, sarà il tema principale di un discorso che il presidente terrà in Midwest mercoledì e che sarà la prima spiegazione concreta di Trump su come intende mantenere le promesse elettorali sul rinnovo delle infrastrutture. Quello che il presidente offrirà sarà il contorno di un piano di rinnovamento che rappresenta un netto allontanamento dagli ambiziosi programmi infrastrutturali del passato, in cui il governo ha dedicato risorse sostanziali per pagare i costi dei progetti.

«CI PIACE L’IDEA di non utilizzare i soldi dei contribuenti», ha dichiarato Cohn, aderendo a questa idea di stato centrale assente che si affida alle privatizzazioni o ai bilanci locali per le infrastrutture federali. Le parole di Cohn evocano i corridoi di Wall Street, dove lavorava in precedenza; la filosofia sottesa è che unire forze pubbliche e private per ricostruire la spina dorsale delle infrastrutture americane amplia le risorse disponibili per pagare la ristrutturazione, ma ciò che Trump propone è un investimento federale molto più piccolo di quello che molti democratici e repubblicani avevano pensato. Per quanto riguarda le politiche xenofobe ed islamofobe, Trump continua ad affidare la sua propaganda a Twitter, dove è tornato a parlare di travel ban, il divieto di ingresso negli Stati uniti a cittadini provenienti da Paesi a maggioranza musulmana. Per il presidente «il dipartimento di Giustizia avrebbe dovuto chiedere un’audizione urgente alla Corte suprema della versione annacquata del travel ban per ottenere una versione ancora più dura».

LA PRIMA VERSIONE del bando era stata bloccato dalla magistratura e la seconda dalle sentenze di tribunali, Trump ha riaperto la questione chiedendo alla Corte Suprema di reintrodurre il divieto. In attesa di un verdetto Trump ha deciso di inasprire il provvedimento, che era stato reso meno aggressivo per cercare di farlo passare dalla Corte Suprema. Il fatto che Trump non abbia colto il tentativo mostra che probabilmente non ha mai letto le sentenze dei tribunali che hanno bocciato il suo ordine esecutivo. Nel frattempo la popolazione si sente abbandonata dalle istituzioni, tanto da farsi giustizia da soli, come accaduto a Orlando dove un ex impiegato di 45 anni, licenziato ad aprile, ha sparato nel parcheggio del suo ex luogo di lavoro uccidendo 5 persone e ferendone altre sette per poi suicidarsi.