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Lo spazio pubblico cittadino calpestato dalla sosta selvaggia

Lo spazio pubblico cittadino calpestato dalla sosta selvaggia

Città Troppi veicoli in città non sono solo un problema di salute e di smog, il sopruso di chi sottrae suolo pubblico mette in pericolo anche la sicurezza di pedoni e ciclisti. Il caso Milano

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 1 febbraio 2024

Milano è ostaggio delle auto. Anche se non è l’unica in Italia, né quella con il più alto tasso di motorizzazione (vince Frosinone con 80 veicoli ogni 100 abitanti, la media è di 65), il capoluogo lombardo è la prima dov’è dimostrata l’occupazione senza regole del suolo pubblico da parte delle macchine. È grazie a un gruppo di cittadini, che a dicembre 2023 e a gennaio hanno realizzato quello che mai era stato fatto altrove: una mappatura dal basso, camminando sul far della sera nei quartieri, per contare quante vetture fossero parcheggiate in sosta vietata.

I DATI CHE EMERGONO DA QUESTO esperimento, che ha riguardato 138 strade nei quartieri di Dergano e di Città Studi (il 3% del totale delle vie di Milano) sono significativi, perché descrivono un’abitudine consolidata da parte dei proprietari a non rispettare il codice della strada. L’esempio di azione di monitoraggio civico, realizzata nell’ambito della campagna Città delle persone dagli attivisti dell’associazione Sai che puoi?, potrebbe essere ripetuta in altre città italiane, come Roma o Palermo.

A DERGANO, CAMMINANDO PER QUASI 14 chilometri, i volontari hanno individuato 791 automobili private in sosta irregolare, di cui 445 su carreggiata in divieto di sosta, 341 su marciapiede e 5 su un’area verde o alberata. A Città Studi, dove si è camminato per oltre 28 chilometri, le auto in sosta irregolare erano addirittura 2.992 (899 su carreggiata in divieto di sosta, 707 su marciapiede e 1.386 su area verde alberata). I volontari impegnati nella mappatura sono stati 7 o 8 a Dergano, una quindicina a Città Studi.

«LA SOSTA IRREGOLARE – SOTTOLINEANO I PROMOTORI – è un problema di sicurezza stradale, impatto sulle politiche di mobilità, usi impropri di spazio pubblico, danni agli alberi». C’è anche, ovviamente, un tema di mancati incassi per le casse di Palazzo Marino, che evidentemente non sanziona questi comportamenti. «La campagna Città delle persone è nata come lettera aperta al Comune di Milano, per chiedere un insieme di cose, tra cui Città 30, strade scolastiche, domeniche a piedi e la fine della sosta selvaggia. Nacque nel 2022 come reazione alla scelta del Comune di ospitare in area pedonale il Milano Monza Motor Show. Il «movimento» è cresciuto nel 2023, anche perché è stato a Milano un anno funesto per le vittime della strada. Già lo scorso anno avevamo evidenziato tra i problemi della città il gran numero di auto parcheggiate in strada e ci era venuto il pallino di provare a mappare. Quello a Dergano e a Città Studi è uno studio «pilota», a primavera stiamo immaginando una grande mobilitazione per mappare in una notte tutta Milano», racconta Michela Cella, che insegna Economia politica all’Università di Milano-Bicocca ed è un’attivista di Sai che puoi?.

LA MAPPATURA E’ STATA CONSEGNATA AI CONSIGLIERI comunali che hanno firmato il patto per il governo collaborativo promosso dalla campagna. I risultati ovviamente non possono portare a sanzioni, ma rappresentano un suggerimento di policy: «Non è senz’altro possibile dire stop alle auto in sosta selvaggia dall’oggi al domani, ma l’impressione è che la città ormai sia fuori controllo, anche perché le auto che circolano sono sempre più grandi e pesanti. Serve un piano di intervento progressivo, sembra che questa amministrazione si muova senza una visione d’insieme, e dimostra ciò che si sta facendo sulle zone 30, che sono un po’ qui un po’ là e poco segnalate».

L’ASSOCIAZIONE HA ANCHE INDIRIZZATO ALLA GIUNTA Sala tre proposte, tre priorità da conseguire entro la fine del mandato, giugno 2027, con l’obiettivo di restituire spazio alle persone e aumentare la sicurezza, la sostenibilità e la vivibilità dello spazio pubblico urbano. È necessario ridurre gradualmente l’offerta di parcheggi in strada di 20.000 posti all’anno, per un totale di 80.000 posti in meno entro il termine del mandato della giunta.

È opportuno introdurre un sistema di tariffe annuali per il pass auto residenti per valorizzare lo spazio pubblico, cosa che accade nelle principali città europee con cui Milano spesso si confronta. «Questo sistema permetterebbe di riequilibrare l’utilizzo degli spazi di sosta in strada e favorirebbe la mobilità sostenibile, incoraggiando i residenti a valutare alternative all’automobile privata» sottolinea la campagna. Infine, ovviamente, «eliminare tutta la sosta illegale», stimata in circa 80-100.000 posti auto occupati sui marciapiedi, nei parterre alberati, nelle aiuole, sulla carreggiata, sulle strisce pedonali, sulle piste ciclabili e vicino alle fermate degli autobus. A chi obietterà che mancano parcheggi, Sai che puoi? risponde che «a Milano ci sono troppe auto dei residenti (690.000 quasi 50 ogni 100 abitanti) e troppe auto che entrano da fuori ogni giorno (600-700.000 al giorno) e questo è possibile a causa dello spropositato numero di parcheggi in strada (300.000), cui si aggiunge la tolleranza della sosta irregolare».

Le auto in sosta a Milano, ferme per il 90% del tempo – occupano quasi 5 milioni di metri quadri, lo spazio di 12 volte il Parco Sempione. Altri dati evidenziano che «se guardiamo alla prospettiva comparativa tra Milano, Barcellona e Parigi, tre città paragonabili per dimensione e densità di trasporto pubblico, scopriamo come Milano abbia tre volte il numero di parcheggi in strada per 100 abitanti (22) rispetto a Barcellona (7) e Parigi (6)», mentre il capoluogo lombardo rappresenta un unicum per il numero spropositato di pass sosta residenti rilasciati (400.000, 30 ogni 100 abitanti) in maniera completamente gratuita, senza dare il giusto valore allo spazio pubblico.

L’importanza di ridurre il numero di auto e gli spazi per la sosta, quindi, muove dalla considerazione che «più parcheggi sono disponibili (per numero e per gratuità), più viene incentivato l’utilizzo dell’auto, con tutto ciò che questo comporta in termini di traffico, inquinamento, scarsa sicurezza stradale». Misure di buonsenso, per eliminarne le cause, prima di piangere il prossimo ciclista morto.

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